"In discoteca si va per ballare Se non si può, il Carnaby chiude"

Ennio Sanese, titolare dello storico locale riminese, critica le nuove regole post coronavirus "Non abbiamo spazi esterni da sfruttare e in ogni caso i giovani da noi vengono per il divertimento"

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Che estate sarebbe a Rimini, senza il Carnaby? Già, "ma quest’anno, se non ci danno la possibilità di far ballare il pubblico, dovremo restare chiusi. Non ci sono alternative per un locale come il nostro", allarga le braccia Ennio Sanese, titolare della storica discoteca riminese. Nel 2018 il Carnaby ha festeggiato il mezzo secolo di vita. Non ha mai saltato un’estate, fino a oggi. Di solito, in questi tempi, il locale è già a pieno regime: aperto tutte le sere, con feste a tema ed eventi per i suoi ospiti italiani e stranieri. Al momento invece non c’è ancora una data di inaugurazione, "perché non ci sono i protocolli per le discoteche e non sappiamo se e come potremo lavorare".

Sanese, c’è ancora speranza di salvare in qualche modo questa estate?

"Noi vorremmo aprire. Siamo pronti a tornare in pista anche solo per qualche settimana. Quando è scoppiata la pandemia, onestamente, temevo che fino a settembre le discoteche sarebbero rimaste chiuse. Ma oggi, con la curva dei contagi in netta discesa e un graduale ritorno alla normalità in tanti settori, c’è la speranza che anche le discoteche possano riaprire, magari già da luglio".

Le associazioni di categoria stanno facendo pressing sulle istituzioni per fissare le regole, e il Silb ha proposto di ridurre ulteriormente la capienza dei locali (da 1,2 persone a metro quadrato 0,7): lei è d’accordo?

"Rispetto al resto d’Europa le capienze imposte ai locali da ballo in Italia sono già molto restrittive. Ma se questo può servire a riaprire accetteremo anche una riduzione della capienza. Nel caso del Carnaby, non ci sono alternative: o ci permettono di far ballare i ragazzi o restiamo chiusi. Non abbiamo spazi esterni da sfruttare, e in ogni caso i giovani da noi vengono per il divertimento, non per bere una birra".

Insomma, non esiste un piano ‘b’?

"Ci abbiamo pensato. Potremmo organizzare qualche evento in spiaggia, ma anche in questo caso non puoi fare serate per folle oceaniche e vanno evitati assembramenti. Quindi non so quanto convenga".

In questa estate post Covid-19 Rimini rischia di perdere il turismo giovanile, o al contrario può intercettare i ragazzi italiani che andavano a fare vacanza in Spagna e in Grecia?

"Noi siamo fiduciosi. Se la situazione andrà avanti così, non ci saranno nuovi focolai e permetteranno alle discoteche di riaprire, i ragazzi torneranno. Tant’è che abbiamo deciso di riaprire anche i nostri tre alberghi (Sanese è uno dei soci della catena Youngpeople di Rimini, specializzata nell’accoglienza di giovani turisti, ndr), a partire dal primo luglio. Qualche prenotazione sta già arrivando, vediamo come va. Con la riapertura delle frontiere e la fine dell’emergenza potremmo toglierci qualche soddisfazione, anche se è chiaro a tutti che questa non sarà una stagione come le altre".

Manuel Spadazzi