In questo gesto ci sono secoli di prevaricazioni

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Chiara

Bellini*

Provo uno sconforto profondo. Per me questo non è solo un drammatico episodio di cronaca, ma un caso che mi tocca personalmente, in quanto donna, con un impatto emotivo profondo. Una cultura, la nostra, che da secoli mette la donna in una posizione subalterna rispetto all’uomo. Quello che noi donne proviamo quando una di noi viene massacrata non credo sia comprensibile pienamente anche dagli uomini. Perché in quelle coltellate non c’è il gesto inconsulto di un uomo geloso, ma secoli di prevaricazioni. C’è la volontà di un uomo di schiacciare una donna, e qui non mi interessa ricostruire i dettagli della vicenda. Oggi non posso fare altro che sentire su di me i colpi di quel coltello che feriscono e poi uccidono, ferocemente. Non lo accetto, anche se non posso cambiare ciò che è successo, non lo accetto. E lo devo dire, ne sento la necessità. Mi batterò fino all’ultimo come donna è come amministratrice perché la mentalità che alimenta questi fenomeni drammatici cambi definitivamente.

Ma soprattutto, a battersi ogni giorno, sono i nostri centri antiviolenza, nati grazie alla collaborazione tra il Comune di Rimini e le associazioni, tra cui Rompi il silenzio . Nel corso del 2021 sono state circa 250 le richieste di aiuto da parte delle vittime ai diversi sportelli di aiuto territoriali. Più di 6mila le notti di ospitalità per donne, ma anche minori, vittime di violenza fisica o psicologica. Più di 30 le donne ospitate – e più di 40 i minori - nelle case rifugio dell’associazione, con minori al seguito, circa 40.

* vicesindaca di Rimini