Incendio Rimini: chi è la vittima

Incendio in un residence di San Giuliano. La collaboratrice scolastica Arianna Tetta, 37 anni, tenta di fuggire ma la trovano senza vita nel vano della doccia

Incendio a Rimini, nel riquadro la vittima Arianna Tetta (Migliorini)

Incendio a Rimini, nel riquadro la vittima Arianna Tetta (Migliorini)

Rimini, 9 dicembre 2020 - Era rannicchiata nel vano della doccia, dove si era rifugiata terrorizzata nel disperato tentativo di sfuggire alle fiamme. I vigili del fuoco l’hanno trovata così, raggomitolata su se stessa, senza più vita. Arianna Tetta, 37 anni, nativa di Melfi, collaboratrice scolastica alla scuola elementare Madre Teresa di Calcutta, è morta l’altra notte in un devastante incendio al residence ‘Il Capodoglio’ di via Nicolini, a San Giuliano.

Altri due ospiti della struttura sono rimasti intossicati, ma sono stati entrambi già dimessi. Si sono salvati rifugiandosi sui terrazzi, ma i loro appartamenti sono inagibili. Uno di loro, un bolognese, di 36 anni, è tornato a casa sotto choc, mentre l’altro, un 31enne di Treia, in provincia di Macerata, si è trasferito in un altro residence messo a disposizione dal titolare.

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L’allarme ai vigili del fuoco è arrivato pochi minuti dopo l’una dell’altra notte. Ad accorgersi di quello che stava accadendo è stato uno dei condomini (il residence in quel momento ne ospitava nove in tutto), ha chiamato subito il titolare che vive poco distante da lì e i pompieri. Il primo è arrivato correndo con l’estintore, ma la situazione era tale che non poteva fare niente, se non rischiare di rimetterci la vita.

Le fiamme e il fumo avevano ormai invaso tutto, e non c’erano dubbi che l’incendio si fosse scatenato al secondo piano, dove viveva la giovane donna. Intrappolati al terzo, c’erano invece gli altri due.

I primi a giungere sul posto sono stati gli agenti di una Volante della Polizia che si trovava poco distante. I poliziotti si sono precipitati dentro, tentando di entrare nell’appartamento al secondo piano.

Ma era un’impresa impossibile anche per loro, il fuoco e il fumo nero erano una barriera invalicabile. Subito dopo sono arrivati i vigili con tre mezzi, autoscale e 17 uomini. Si sono fatti largo tra quell’inferno, fino a raggiungere l’appartamento di Arianna. Contemporaneamente altri colleghi si occupavano di salvare i due giovani che si erano rifugiati sui terrazzi, raggiunti con l’autoscala.

Quando sono riusciti a entrare al secondo piano, sapevano sicuramente che avrebbero trovato solo un cadavere. Ma vederla lì, quasi in ginocchio dentro la doccia, anche per loro è stata una scena devastante.

L’immagine di una giovane donna che ha pregato fino all’ultimo di riuscire a sopravvivere. Sicuramente Arianna aveva tentato di raggiungere la porta per scappare, ma è era ormai circondata dall’incendio e non ha potuto fare altro che tornare indietro. Ha pensato alla doccia, un nascondiglio senza finestre che non poteva salvarla. Per lei non c’era più niente da fare, i fumi l’avevano uccisa prima ancora che la raggiungesse il fuoco.

L’hanno portata fuori in un silenzio spettrale, mentre la gente nella strada guardava sconvolta la palazzina da cui uscivano lingue di fuoco e un fumo denso che facevano venire i brividi.

Spente le fiamme, i vigili hanno cercato di capire che cosa avesse provocato quella tragedia. Un fornello del gas è stato trovato acceso, ma hanno escluso che sia stata quella la causa.

L’inferno quasi certamente era partito dalla camera da letto, la stanza con i danni maggiori. Sulle cause invece si possono soltanto fare ipotesi. E la prima è quella di una sigaretta rimasta accesa. Dove e come non si sa, in quel macello ricostruire la dinamica è un’impresa titanica. Iieri pomeriggio i vigili del fuoco erano tornati in via Nicolini per l’ennesimo sopralluogo.