Inchiesta Pantani, colpo di scena sui resti di cibo

Nuove testimonianze su un pezzo di pane e coca trovato vicino al corpo: depositate venerdì in Procura dal legale di mamma Tonina

Tonina Pantani (Foto Ravaglia)

Tonina Pantani (Foto Ravaglia)

Rimini, 17 novembre 2014 - I colpi di scena nel caso Pantani continuano. Venerdì mattina mamma Tonina si era presentata in tribunale accompagnata dal suo legale, l’avvocato bolognese Antonio De Rensis. Ufficialmente per parlare con il procuratore capo Paolo Giovagnoli, titolare della nuova inchiesta sulla morte del campione di Cesenatico. In realtà l’avvocato De Rensis ha depositato alcune indagini difensive che sarebbero di grande importanza e che potrebbero cambiare il percorso dell’inchiesta stessa.

Si tratta, stando ad alcune indiscrezioni trapelate, di alcune testimonianze ritenute chiave. Riguarderebbero, infatti, il bolo bianco di cocaina e pane di sei grammi ritrovato quel 14 febbraio di dieci anni fa, nella stanza del residence «Le Rose» a circa 50 centimetri dalla bocca di Marco, sopra a del sangue.

All’epoca della morte del campione, gli investigatori esclusero che fosse stato piazzato lì: secondo gli inquirenti il bolo sarebbe stato succhiato e avrebbe presentato segni di masticazione. Il tutto avrebbe suffragato l’ipotesi e le testimonianze di alcuni personaggi vicini a Pantani che avevano riferito che il vincitore di Giro e Tour, oltre ad assumerla ed a sniffarla, avrebbe direttamente mangiato la cocaina.

Ma le testimonianze rese all’interno delle indagini difensive depositate venerdì mattina in Procura da De Rensis (rese alla presenza di altri avvocati e fono registrate), aprirebbero, invece, tutt’altro scenario. La presenza di questo bolo aveva suscitato la perplessità del professor Avato che nella sua perizia aveva già sollevato alcuni interrogativi anche sulla posizione in cui era stato ritrovato. Non è, invece, ancora stata depositata la perizia sul video girato dalla Polizia dopo il ritrovamento del cadavere.