Rimini, incidenti a raffica all’incrocio maledetto. "Terrorizzati a uscire di casa"

L’allarme dei residenti di via Clodia: "Basta rischi, serve un semaforo"

Uno degli incidenti più recenti all’incrocio di via Clodia e via Giovanni XXIII

Uno degli incidenti più recenti all’incrocio di via Clodia e via Giovanni XXIII

Rimini, 13 agosto 2019 - Si è conquistato conquistato la fama di ‘incrocio maledetto’ quello tra via Clodia e corso Giovanni XXIII, a Borgo Marina. «Siamo a quota tredici incidenti, la media è quasi di uno al giorno – attacca Tania Battaglia, residente in via Clodia –. Siamo terrorizzati a uscire di casa perché non c’è il marciapiede e le macchine, dopo l’inversione del senso di marcia per i lavori di porta Galliana, sfrecciano di continuo a velocità sostenuta, sfiorando gli usci. E tante non fanno lo stop all’intersezione con Giovanni XXIII, forse perché l’unico cartello presente non è molto visibilie e manca la segnalatica orizzontale sull’asfalto. L’altro giorno ci sono stati due sinistri, uno intorno alle 14 e 30 e uno in serata». Il nuovo incrocio è provvisorio, legato al cantiere dei Bastioni, con deviazione del traffico sulle vie interne, appunto Clodia - Gambalunga, e via dei Cavalieri.

«Quest’ultima – osserva un’altra residente – è meno pericolosa, perché gli stop sono ben visibili. In via Clodia molto meno. E poi c’è il problema di smog e rumori, anche notturni. Abbiamo chiesto al Comune di intervenire per migliorare la viabilità - seppure modificata in via temporanea - e ridurre il rischio incidenti. Mio cognato ha fatto un esposto all’Urp. Altri residenti mandano una email a ogni incidente. E va considerato che per ogni sinistro che avviene almeno una decina vengono evitati per un soffio. Quantomeno si potrebbe installare un lampeggiatore, se non un semaforo di quelli ‘volanti’, per mettere sul chi vive gli automobilisti». Affermazione che possiamo confermare dopo un sopralluogo durato poco meno di un’ora. Abbiamokvisto almeno tre automobili attraversare in velocità l’incrocio, provenienti da via Clodia, senza fare lo stop. Solo per caso in quei frangenti non proveniva nessun veicolo, o bicicletta, da corso Giovanni XXIII.

«In quell'incrocio non passa quasi giorno senza un incidente – continua Delia ‘Lilli’ Bertozzi Fraternali – credo sia quello con la maggiore incidentalità nella zona urbana di Rimini –. E’ un puro caso che sinora non sia stato investito un bambino o un anziano. Ho tutti i miei famigliari che abitano in via Clodia, io sto poco distante, e ogni volta che sento le sirene di una ambulanza, di giorno o di notte, e capita spesso, mi viene un colpo, il cuore in gola. Già in passato per un periodo il senso di marcia in via Clodia era come quello attuale: noi ci abbiamo rimesso due macchine parcheggiate, e la vetrina di un negozio. Poi va considerato che corso Giovanni XXIII è una delle direttrici più frequentate dai riminesi che vengono dalla zona mare. Nel fine settimana una coda continua. Io invio una mail al Comune tutti i giorni. Mi chiedo cosa aspettino a installare una segnaletica più visibile, magari un lampeggiatore tipo quello dei cantieri stradali. Non vorrei che ci scappasse il morto. Non credo che tutti quelli che non rispettano lo stop quasi invisibile di via Clodia siano degli aspirante kamikaze, semplicemente la segnaletica è poco visibile». «Spiace per i disagi – dice l’assessore Jamil Sadegholvaad – questione di un mese circa; valuteremo coi tecnici se sia possibile installare un lampeggiatore».