MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Insegnante precaria da 32 anni. Ministero condannato a risarcirla

Accolto il ricorso della docente di religione: riceverà oltre 50mila euro per la mancata assunzione. Esulta la Cisl: "Sentenza storica". L’avvocato della donna: "Riconosciuti i danni che ha subito".

Giustizia è fatta per lei. Il ministero dell’istruzione e del merito dovrà risarcire un’insegnante di religione con oltre 50mila euro, per i tanti, troppo anni da docente precaria. La donna, una riminese di 56 anni, lavora nelle nostre scuole da ben 32 anni come docente di religione ma nonostante la lunga gavetta non è mai stata assunta. Il suo caso è identico a quelli di altri docenti (sempre di religione) della nostra provincia, che hanno fatto causa al ministero per lo stesso motivo: anni di lavoro con contratti a tempo e supplenze, ben oltre il termine di 36 mesi entro il quale avrebbero avuto diritto alla stabilizzazione. E l’altro ieri sono arrivate le sentenze. Il giudice del lavoro Lucio Ardigò ha accolto i ricorsi presentati dagli insegnanti – una decina – e condannato il ministero a pagare loro i danni per i troppi anni di precariato e per la mancata assunzione.

La Cisl, nel caso della 56enne – che è iscritta al sindacato – non esita a parlare di "sentenza storica. Stiamo parlando di un’insegnante precaria da ben 32 anni, praticamente un’intera carriera basata su reiterati contratti a termine". Come per gli altri professori, anche nel suo caso il giudice ha riconosciuto "l’illegittima precarizzazione del rapporto di impiego". Il giudice ha condannato il ministero a pagarle i danni per la mancata assunzione pari a 24 mensilità dell’ultima retribuzione di fatto (e le spese processuali): il risarcimento supera i 50mila euro. Per l’avvocato Alberto Donini, che ha assistito la donna nel ricorso, "il giudice ha accertato l’esistenza del danno derivante dalla illegittima reiterazione di contratti a tempo determinato e ha quindi condannato il ministero al massimo risarcimento possibile, riconoscendo la gravità dell’abuso subito dalla docente".

Esulta Luca Battistelli, segretario regionale di Cisl scuola, "per questo risultato che rappresenta non soltanto un giusto riconoscimento per la nostra iscritta, ma anche un segnale forte contro una prassi illegittima che si protrae da anni. Perché il ministero ha sistematicamente rinnovato contratti a termine senza bandire concorsi triennali, come previsto invece dalla normativa". "Questa sentenza – prosegue Battistelli – dimostra che è possibile far valere i propri diritti e ottenere giustizia. Confidiamo che la decisione del giudice contribuisca a sollecitare una risoluzione definitiva dell’annoso problema del precariato scolastico". "È una vittoria – conclude – che va oltre il singolo caso: si pone come esempio e monito in un contesto lavorativo come quello della scuola in cui la stabilità è ancora oggi, troppo spesso, un traguardo difficile da raggiungere".

Manuel Spadazzi