ANDREA OLIVA
Cronaca

Insegnanti bocciati dall’algoritmo, la rivolta dei precari: "Andiamo dall’avvocato"

Annunciata in settimana la protesta davanti all’Ufficio scolastico di Rimini. Pagnotta (Uil): "Problema reale. Faremo le verifiche caso per caso"

Docenti in protesta

Docenti in protesta

Rimini, 10 settembre 2023 – “Senza lavoro dopo anni in cattedra per colpa di un algoritmo. Vado dall’avvocato". La vicenda di M.M., insegnante riminese, non è isolata. Nelle chat si stanno sommando molti casi simili. Sono docenti che per tanti anni hanno svolto supplenze. Quando i concorsi non c’erano o saltavano, loro arrivavano in classe il primo giorno di scuola e proseguivano tutto l’anno. Inseriti nelle graduatorie provinciali per le chiamate e assunzioni, per anni hanno risposto presente, fino a quando non è arrivato l’algoritmo. Oggi a decidere le chiamate ci pensa il cervellone del ministero sfruttando l’ormai noto algoritmo per stabilire precedenze e nomine. "Molti di noi – spiegano gli insegnanti precari rimasti senza impiego – non sono stati chiamati. Sapevamo che con i concorsi recenti ci sarebbero stati meno posti, ma crediamo che quell’algoritmo ci abbia penalizzato, tant’è che ritroviamo davanti a noi, quindi con una cattedra e un lavoro, colleghi che arrivano da fuori provincia con un punteggio più basso del nostro. Così non va. Diversi di noi si stanno già muovendo per arrivare davanti al giudice del lavoro". Nel frattempo si protesta. Il tam tam sulle chat cresce di giorno in giorno. La prossima settimana, probabilmente mercoledì, in centinaia vogliono radunarsi davanti all’ufficio provinciale per chiedere di rivedere le regole.

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Il problema è reale – conferma Antonio Pagnotta per la Uil –. Ci stanno arrivando diverse segnalazioni che stiamo cercando di verificare per capire se c’è stata una errata compilazione della domanda da parte dei singoli insegnanti, o se è stato l’algoritmo ad avere creato situazioni non corrette. Già lo scorso anno come Uil a livello nazionale avevamo chiesto al ministero di apportare modifiche a come funziona l’algoritmo perché c’erano stati problemi. A quanto pare i correttivi non ci sono stati. Sarebbe meglio tornare alle chiamate in presenza". Anche la Uil è sul piede di guerra. "Se dovessimo rilevare inesattezze nelle scelte prese dall’algoritmo, presenteremo i ricorsi". Non hanno aiutato quelle che il ministero chiama ‘call veloci’, una sorta di chiamata a insegnare in scuole distanti da casa. "La nostra provincia - aggiungono i precari - è rimasta ‘aperta’, ciò significa che grazie alle ‘call’ i colleghi di altre regioni d’Italia hanno chiesto posti nel riminese. Questo ha ristretto ulteriormente le opportunità".