Scuola Rimini, insegnanti di sostegno. Odissea per una cattedra

Martedì attesa l’assegnazione dei 310 posti vacanti negli istituti scolastici. Tra i docenti in attesa c’è anche Michelangelo De Pascali

Insegnanti precari

Insegnanti precari

Rimini, 27 settembre 2020 - "Saremmo dovuti arrivare al nostro primo giorno di scuola con grande energia. Ed invece siamo ormai scarichi e angosciati per questi continui rinvii". Michelangelo De Pascali è un docente di educazione fisica di 35 anni. Vive a Rimini da tempo ed è tra gli oltre seicento che continuano ad attendere una chiamata via mail. Perché è questo il metodo in vigore quest’anno. Non appena l’algoritmo utilizzato dal sistema digitale si esprime ecco che le assegnazioni vengono comunicate via mail.

De Pascali, da quanto tempo attende quella mail? "Ho atteso la chiamata anche al primo giro, diciamo così, per le cattedre ancora vacanti negli istituti". Ma non è andata bene. "Non mi hanno chiamato, ed ora continuo a essere in graduatoria". Quanti siete? "Almeno 600-700. Difficile dirlo con esattezza perché tra questi alcuni avranno certamente accettato la chiamata di alcuni istituti, altri potrebbero avere trovato un posto nelle scuole private e altri ancora potrebbero essere fuori graduatoria ma ancora inseriti. Saremo meno, ma qualcuno rimarrà fuori. Per di più una volta fatte le assegnazioni alcuni potrebbero rifiutarla, e servirà fare una ulteriore assegnazione". E lei... "... incrocio le dita". Ha già fatto l’insegnante di sostegno in passato? "Si, tre anni fa. Non ho fato il percorso di chi insegna come sostegno". Essere sostegno non è come insegnare storia. "E’ qualcosa di ben diverso. Non sei in classe per portare il tuo bagaglio di conoscenza, come potrebbe essere insegnare italiano o altro. Il ruolo che ricopri è diverso, diventi un perno, un tramite tra la famiglia e la scuola. Divieni una boa attorno alla quale gravitano dinamiche varie nell’interesse del bambino. Serve passione". Ma ancora non conosce il suo futuro. "Purtroppo è così. Dopo tutti questi mesi trascorsi a casa saremo dovuti arrivare in classe con tanto entusiasmo, ed invece queste continue attese e incertezze ti tolgono serenità". Non si poteva arrivare con i posti assegnati il primo giorno? "Non saprei. Il sistema è complicato non deve essere facile stare dall’altra parte, quella di chi prende le decisioni. Lo scorso anno si fecero le assegnazioni in presenza e tutto finì in un solo giorno. Quest’anno non si poteva e il sistema digitale qualche problemino lo ha dato, ma pare avere funzionato fino ad ora. Mi auguro che il prossimo anno si possano migliorare quegli aspetti critici visti in queste settimane. E mi auguro che per martedì vengano fatte assegnazioni senza ulteriori problemi".