Molestie degli alpini a Rimini, la testimonianza: "Palpeggiata mentre ero a passeggio"

Massimilla Lombardi, 20 anni, ha deciso di uscire allo scoperto: "Mi sono sentita morire di vergogna"

Massimilla Lombardi

Massimilla Lombardi

Rimini, 12 maggio 2022 - "Una pacca sul sedere. In pieno giorno. A due passi dalla centralissima piazza Tre Martiri. E’ una delle storie delle tante donne, riminesi e non solo, che nell’ultima settimana hanno puntato il dito co-ntro i partecipanti alla 93esima edizione dell’Adunata nazionale degli alpini, denunciando presunti episodi di molestie. Casi rimbalzati immediatamente all’attenzione dei media nazionali, e che hanno spaccato in due l’opinione pubblica: da una parte chi prende le difese delle ‘penne nere’ e invita a non generalizzare, dall’altra chi si espresso senza pensarci due volte con parole di condanna. A raccontare un nuovo episodio – che si aggiunge ai circa 250 raccolti sulle pagine dei social network dall’associazione ‘Non una di meno’ – è una studentessa di Rimini, Massimilla Lombardi, 20 anni. Che ha deciso di uscire allo scoperto per offrire la sua testimonianza.

Aggiornamento Molestie alpini a Rimini, un vademecum per le denunce

A quando risale l’episodio?

"A sabato scorso. Verso le 17.30. Passeggiavo con una mia amica 18enne in Corso d’Augusto. Eravamo entrambe girate. A un tratto è successo".

Cosa?

"Due pacche molto forti sul sedere. Ci siamo voltate entrambe. Dietro di noi c’era un uomo sulla cinquantina, vestito da alpino, in compagnia dei suoi amici. Ridevano tutti".

Qual è stata la sua reazione?

"Mi sono sentita morire di vergogna. Eravamo in mezzo alla folla, a due passi da una delle piazze più centrali di Rimini. Nessuno ha detto nulla o mosso un dito. Io e la mia amica non abbiamo avuto il coraggio di aprire bocca. Ci siamo allontanate e basta".

Ha assistito o è stata protagonista di altri episodi?

"Sì, quello stesso pomeriggio. Dopo esserci allontanate da piazza Tre Martiri, ci hanno raggiunto delle altre amiche. Più volte siamo state fermate da comitive di alpini che ci rivolgevano apprezzamenti molto spinti o inviti ad andare con loro a bere. Gli abbiamo fatto notare che potevamo benissimo essere le loro figlie, ma loro hanno risposto che non c’era nessun tipo di problema. Ma mi ero già trovata in una situazione del genere il giorno prima, il venerdì, quando alla stazione degli uomini, anche loro vestiti da alpini, avevano cercato di abbordarmi".

Cosa ne pensa delle centinaia di segnalazioni che sono arrivate in questi giorni?

"Qualcuno ha detto che si tratta di un’esagerazione, ma io ho provato sulla mia pelle cosa significa vedere violato il proprio spazio in maniera così spudorata. Non mi era mai capitato di trovarmi in una situazione del genere".

Ha intenzione di presentare denuncia?

"So che l’associazione Non una di meno si stava attivando per presentare delle querele. Francamente non saprei come identificare la persona che mi ha messo le mani addosso. Non ho una sua foto, ed è praticamente impossibile risalire a lui. Comunque sto valutando eventuali azioni".

l. m.