ISTITUTO COMPRENSIVO SAN GIOVANNI

Tra i 10 e i 19 anni la famiglia deve rimanere un punto di riferimento su cui contare sempre

Migration

L’adolescenza è un periodo della vita, tra i 10 e i 19 anni, dedicato alla creazione della propria identità. La difficile ricerca di se stessi. In questi anni i giovani è come se dovessero attraversare una specie di giungla immensa, buia, a volte con qualche spiraglio di luce, che non possono attraversare da soli. Hanno assolutamente bisogno di qualche ’spirito guida’. Gli amici in questa fase della vita così delicata sono sempre disponibili quando si affronta un brutto periodo. Sono una spalla su cui piangere, sono le persone con cui si scherza e si ride, si condividono gli avvenimenti e le serate più belle della vita da adolescenti, ottimi consiglieri e ascoltatori. Spesso però si tende a sostituirli ai genitori: chi ci ha messo al mondo, chi si prende cura di noi, coloro che veramente ci amano tanto e che non ci tradiranno mai, indipendentemente da tutto. Da bambini li consideriamo i nostri idoli, i nostri punti di riferimento, la nostra casa, il nostro rifugio. Crescendo iniziano le prime incomprensioni, i primi litigi, questo perché loro cercano di proteggerci dalla realtà, cosa che fino a quando siamo piccoli ci va bene, anzi ne siamo molto riconoscenti. Però quando iniziamo a crescere troviamo fastidioso, irritante e inaccettabile. Noi giovani pensiamo di riuscire ad affrontare da soli problemi più grandi di noi, ci sentiamo ormai maturi, insomma siamo alquanto testardi. In questa immensa giungla vivremo esperienze sia positive che negative: le prime uscite in discoteca, i primi amori, che indipendentemente da quanto dureranno non scorderemo mai, le cretinate con gli amici, tatuarsi e riempirsi di piercing, bere alcolici, provare la prima sigaretta per sentirsi grandi come sembrano gli altri, voler provare il brivido di correre rischi, di cui spesso andiamo fieri, ma che in realtà ci rendono solo più stupidi e incapaci.

Un altro difficile ostacolo che incontreremo nella giungla della vita è l’accettazione del nostro aspetto fisico. Numerosi sono i giorni trascorsi a piangere davanti allo specchio, provando solo ribrezzo nei confronti del nostro corpo, perché ci sentiamo in qualche modo sbagliati. Questo a causa dei falsi stereotipi imposti dalla società, ai quali desideriamo somigliare. Iniziare a cambiare il nostro aspetto attraverso percorsi dietetici o la chirurgia plastica non sono però sempre la soluzione. Bisogna capire che non sono questi i veri problemi della vita e che dobbiamo accettarci così come siamo.

Martina Foschi III B