"Iter complesso c’è troppa burocrazia"

Ben vengano i lavoratori stranieri, ma gli albergatori rinunciano a fare domanda. "Quando presentiamo i tanti passaggi necessari per poter portare in Italia un dipendente con il decreto flussi, molti rinunciano" spiegano da Federalberghi Riccione. L’associazione oltre un anno fa aveva creduto nel Ponte adriatico, il progetto che doveva portare centinaia di lavoratori a fare la stagione in riviera partendo dall’Albania. Vennero anche fatti colloqui online e una delegazione di albergatori andò in Albania per un primo contatto nelle strutture che formavano camerieri e cuochi.

In un primo momento i dipendenti sarebbero dovuti arrivare nella Pasqua del 2022, ma la burocrazia andò a rilento, "la piattaforma online creò diversi problemi" e alla fine solo a estate inoltrata arrivarono i primi lavoratori. Solo pochi hotel, meno della metà, attese tanto. Gli altri alzarono bandiera bianca e cercarono altrove il personale.

Quest’anno con il click day del decreto flussi, ovvero la corsa online per accaparrarsi una delle oltre 80mila posizioni lavorative destinate agli stranieri, in tutta Riccione Federlaberghi ha presentato solo 20 richieste. "La complessità dell’iter fa desistere molti associati – spiegano da Federalberghi –. La prima fase necessita delle pratiche in prefettura necessarie per far avere al lavoratore che si trova all’estero il nullaosta per il visto. Quando questo avviene il lavoratore deve andare all’ambasciata nel suo Paese, prendendo ovviamente appuntamento così da avviare la trafila per ottenere il visto. Terminata questa fase può venire in Italia per la stipula del contratto, ma in Italia riparte la trafila burocratica con l’appuntamento da prendere in prefettura, la risposta del ministero e così via". Quest’anno c’è un ostacolo in più, ed è difficilmente superabile. "Ad asseverare la lunga lista di documenti da presentare deve essere un consulente del lavoro, e non come accadeva in precedenza l’ispettorato del lavoro". In altre parole deve essere un consulente a certificare che tutto è regolare. "Diversi albergatori ci hanno detto che i professionisti si rifiutano di fare le asseverazioni per i rischi anche penali che tutta la procedura può incontrare".