San Marino, il killer degli animali: dopo 11 anni torna l’incubo

Decine di bocconi nei parchi, sette cani avvelenati. Stretta del governo e taglia di duemila euro

San Marino, 5 novembre 2022 - Analisi , indizi, interrogazioni parlamentari, e anche una task force messa in campo dal governo, ma a undici anni dai primi casi di avvelenamenti, il killer dei cani a San Marino è ancora libero. E ora è tornato a fare paura. Gli ultimi episodi risalgono a qualche settimana fa. In questo caso si tratta di due gatti uccisi. Uno addirittura straziato a colpi di fucile; l’altro è morto a causa di quei bocconi avvelenati che nella piccola Re pubblica i cittadini, purtroppo, ormai riconoscono bene. Ma è impossibile stabilire se dietro a questi folli gesti ci sia la mano di quel killer che, da oltre dieci anni, prende di mira gli animali del Titano.

È caccia al killer degli animali, a San Marino, dove l’incubo si è ripresentato
È caccia al killer degli animali, a San Marino, dove l’incubo si è ripresentato

Occorre andare indietro parecchio con la memoria per raccontare quando è iniziata questa brutta storia ancora senza un colpevole. È la primavera del 2011 e a San Marino l’associazione protezione animali denuncia i primi casi. Da aprile di quell’anno a luglio, sono trenta i cani avvelenati, di cui soltanto cinque salvati. Il caso finisce in consiglio grande e generale, il parlamento sammarinese. Ma anche sul tavolo del governo, che mette in campo una vera e propria squadra di tecnici, affiancati dagli uomini della gendarmeria, per stanare il colpevole. Nei parchi si scoprono decine di bocconi avvelenati, che sono poi spediti all’istituto zooprofilattico di Brescia per essere analizzati.

E i risultati non lasciano dubbi. Quelle esche mortali sono imbevute di un potente pesticida usato in agricoltura non più in commercio in Italia da qualche anno, ma che in qualche negozio del Titano si poteva ancora trovare. Proseguono le indagini mentre iniziano a moltiplicarsi le denunce dei cittadini, che si rivolgono anche ai capitani reggenti, i capi di Stato di San Marino, perché si metta fine a quella mattanza. L’associazione protezione animali, al grido di ‘Fermiamolo’, organizza manifestazioni di piazza e dispensa consigli ai proprietari degli animali. Col proprio cane al guinzaglio sono bandite le zone più a rischio e sono anche organizzate vere e proprie ronde sulle tracce del killer. Ma le indagini non portano a una svolta e le morti non si fermano. A novembre di quello stesso anno un altro amico a quattro zampe è trovato morto in giardino. Avvelenato.

Come i tre cani ‘forestieri’, arrivati sul Titano in quei mesi per partecipare a una mostra canina internazionale. Mostra che, poi, per motivi di sicurezza sarà sospesa. L’Apas raccoglie 1.500 firme e presenta un esposto in tribunale. Tribunale che più di un anno dopo archivia il caso. Fino ai giorni nostri. A febbraio di quest’anno si torna a parlare del killer. Sette i cani avvelenati, decine di bocconi trovati nel parco monte Cerreto, disseminati ad arte nei percorsi delle passeggiate al guinzaglio. Torna la paura, tornano le azioni dimostrative organizzate dalla protezione animali. Il caso esce anche dai confini della piccola Repubblica con l’associazione italiana difesa animali e ambiente che mette una taglia di 2.000 euro sul killer. La politica corre ai ripari. Questa volta, è marzo di quest’anno, mettendo nero su bianco una legge che prevede punizioni più severe per chi maltratta o abbandona gli animali, inasprendo ulteriormente le pene già previste dal codice penale. È previsto anche il carcere. Ma il killer degli animali, a San Marino, sembra non avere paura di niente e di nessuno.