L’emergenza sanitaria

Un gruppo di ristoratori ha scritto al governo chiedendo di poter lavorare fino alle 21,30

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Scrivono al governo per chiedere la riapertura dei loro locali nelle ore serali. E promettono, se necessario, di essere pronti a salire sul Pianello per protestare davanti a Palazzo Pubblico. Un gruppo di ristoratori di San Marino, iscritti e non alle associazioni di categoria, ha preso carta e penna mettendo nero su bianco tutte le difficoltà che le proprie attività stanno avendo in questi lunghi mesi segnati dal covid. "Vogliamo lanciare un grido di allarme – si legge nella lettera inviata ai segretari di Stato - Dal 23 dicembre scorso le nostre attività sono state colpite da provvedimenti restrittivi senza precedenti che sono stati applicati dal governo solo nei nostri confronti e non anche nei confronti di altre categorie economiche. Dallo scorso maggio, ovvero dalla riapertura, ci siamo adeguati alle normative, eseguendo tutti i lavori di miglioramento ed adeguamento dei nostri locali. Abbiamo mantenuto attiva la forza lavoro con sacrifici enormi e abbiamo rinunciato ai nostri guadagni. Ma ora non ce la facciamo più". I ristoratori pur dando atto al governo "di averci dato inizialmente la possibilità di lavorare in un periodo in cui l’Italia vi era il lockdown totale, allo stesso tempo non capiamo come mai all’improvviso si è deciso che dovevamo adeguarci all’Italia. A tutt’oggi lavoriamo solo a pranzo, dopo essere stati fermi durante le festività natalizie". Le attività, infatti, devono ancora abbassare le serrande alle 18. "L’anno solare in cui si è manifestata la pandemia ha portato, nei nostri locali, una contrazione del fatturato mediamente del 30% in alcuni casi addirittura sopra al 50%. Senza entrare nel merito dei ristori che dovrebbero essere erogati a breve, non sapendo con quale criterio, siamo a gran voce a chiedere la riapertura imminente dei nostri locali nella fascia serale". I ristoratori si dicono pronti "a condividere eventuali scelte che possano lasciare in sicurezza le nostre strutture. Proponiamo – scrivono - la chiusura dei locali dove prevista la somministrazione mezz’ora prima del coprifuoco, la prenotazione obbligatoria e maggiori controlli delle forze dell’ordine".

"Vedere morire – concludono, così, i ristoratori - in maniera così nefasta le nostre attività, le quali perdono costantemente valore giorno dopo giorno, ci umilia profondamente. Per noi non tutto è perduto ma serve un radicale cambio di rotta. In caso contrario saremo pronti a manifestare proprio lassù, dove prendete le vostre decisioni e verremo in tanti, con i nostri dipendenti, con le nostre famiglie, con gli amici e con coloro che vorranno appoggiarci".