REDAZIONE RIMINI

La ’banda del buco’: venti furti in due anni

Al via il processo contro i ladri che hanno seminato il caos nel Riminese, nel mirino bar e tabaccherie

La ’banda del buco’:  venti furti in due anni

L’indagine contro la banda è stata condotta dai carabinieri

È iniziato il processo alla ’banda del buco’ che aveva seminato il caos tra Rimini, Bellaria, la Valconca e la Valmarecchia, a cavallo del 2017 e del 2018. Cinque italiani - di età compresa tra i 28 e i 47 anni, difesi tra gli avvocati dagli avvocati Leanne Arceci, Piero Ippoliti e Gianluca Tencati - sono alla sbarra davanti al giudice monocratico di Rimini in quanto accusati, a vario titolo, singolarmente o in concorso, di ricettazione e di una serie di furti a catena, almeno una ventina, messi a segno in varie zone della provincia.

Nel mirino del gruppo di malviventi erano finiti soprattutto bar e tabaccherie, dai quali erano stati sottratti Gratta & vinci per un valore complessivo di decine di migliaia di euro, stecche di sigarette, bottiglie di liquori e generi alimentari, ma anche apparecchiature elettroniche. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Novafeltria, che si sono occupati delle indagini, ad alcuni dei cinque indagati sarebbero però riconducibili anche furti di altro genere. Come quello di 65 chili di canapa sativa, vari macchinari per confezionare prodotti sottovuoto, computer e oggetti d’oro, rubati in un’azienda agricola della Valmarecchia nel novembre del 2017. Ma gli stessi ladri sarebbero stati anche gli autori di un altro maxi furto avvenuto più o meno negli stessi giorni a Viserba, dove era stato rubato un grande quantitativo di scarpe (per un valore complessivo di circa 13mila euro)n un negozio. Una parte della refurtiva era stata poi ritrovata dagli inquirenti nel garage di una casa popolare in un condominio gestito dall’Acer di Rimini e restituita ai legittimi proprietari.

I movimenti della ’banda del buco’ erano stati ricostruiti dai militari dell’Arma attraverso una lunga e complessa indagine, fatta di pedinamenti e intercettazioni ambientali. A mettere in moto le attività di indagine era stato proprio il grosso furto di canapa avvenuto nell’azienda agricola. Secondo la ricostruzione fatta dei carabinieri, i ladri avevano un modus operandi abbastanza consolidato. La tecnica utilizzata consisteva nell’intrufolarsi nei locali confinanti con il loro bersaglio, quasi sempre bar e tabaccherie: i ladri a quel punto cominciavano a scavare un buco nella parete che delimitava i due edifici fino a crearsi un varco che consentiva loro di agire indisturbati, facendo incetta di Gratta & vinci, sigarette e denaro contante. In quasi tutti i casi il colpo veniva scoperto solamente il giorno dopo dalle vittime. Altre volte era entrato in funzione l’allarme antifurto, ma quando le forze dell’ordine arrivavano sul posto i soliti ignoti erano già riusciti a dileguarsi facendo perdere le loro tracce. Stando alle indagini, gli indagati sarebbero entrati in azione in alcune tabaccherie di Bellaria, ma anche in un ufficio di San Giovanni in Marignano e in altre zone della provincia.