La ‘Bibbiano’ riminese. Assolte le dirigenti Ausl

Assistenti sociali accusate di aver violato una disposizione del tribunale togliendo ingiustamente alla madre l’affidamento dei figli di 2 e 4 anni.

La ‘Bibbiano’ riminese. Assolte le dirigenti Ausl

La ‘Bibbiano’ riminese. Assolte le dirigenti Ausl

Il caso era stata paragonato ad una sorta di ’Bibbiano’ in versione riminese. Due dirigenti dell’ufficio minori dell’Ausl di Rimini, Laura Pulvirenti e Tiziana Valer, sono state però prosciolte dal giudice monocratico al termine di una lunga battaglia giudiziaria. L’ipotesi accusatoria era quella di aver violato la disposizione del Tribunale per i minori, disponendo di loro iniziativa la totale interruzione dei rapporti tra la madre naturale e i suoi due figli, che all’epoca avevano 2 e 4 anni. E’ stato lo stesso pm Davide Ercolani a chiedere l’assoluzione delle due dirigenti con formula dubitativa (ovvero per insufficienza di prove), ritenendo inoltre non attendibile la ricostruzione fornita dalla madre dei ragazzini, che ha alle spalle dei procedimenti per falsa testimonianza e stalking. Assoluzione concessa dal giudice, che ha assolto una delle due dirigenti anche dall’ipotesi di diffamazione.

"Attendiamo di conoscere le motivazioni di questa sentenza che riabilita il buon nome dell’ufficio minori dell’Ausl Rimini, che ha sempre operato con la massima professionalità" è il commento degli avvocati Luca Ventaloro e Martina Montanari, difensori di Pulvirenti e Valer. Tutto comincia 2013. La ragazza, arrivata in Italia dall’estero in compagnia del figlio, è in attesa della secondogenita e trova ospitalità in una casa protetta. E’ una madre sola, che necessita di aiuto per poter iniziare la ricerca di un lavoro. La giovane viene presa in carico dai Servizi sociali, ai quali poco dopo il Tribunale dei minori di Bologna, prima con un decreto provvisorio e poi con successivo decreto, affida la tutela dei bambini, con il compito di regolare i rapporti tra i piccoli e la madre, interrompendoli qualora lo ritengano necessario. Cosa che avviene a partire dal dicembre 2015. Gli assistenti sociali, nella loro relazione al tribunale, contestano (secondo la Procura, contrariamente al vero) la difficoltà da parte della madre nell’attenersi alle prescrizioni, causando disagio ai piccoli. Gli inquirenti, in un primo momento, avrebbero invece accertato che la situazione era diversa, tanto che i bambini soffrivano per la lontananza della madre e desideravano ritornare da lei. La donna è rappresentata dagli avvocati Diego Dell’Anna e Salvatore Di Grazia. "Non escludiamo un ricorso in Appello, una volta lette le motivazioni della sentenza – dice l’avvocato Di Grazia - oltre ad un’eventuale azione civile per ottenere il risarcimento del danno. Rileviamo tuttavia come l’intero procedimento abbia avuto origine non tanto da una segnalazione della madre dei ragazzini, ma da quella degli ex affidatari che non si sono costituiti parte civile e hanno in seguito riottenuto l’affidamento dei minori".