L’ospedale Infermi è al top. Precisamente nel ristretto gruppo di eccellenze italiane per quanto riguarda la tempestività di accesso all’angioplastica primaria garantita entro 90 minuti. Considerando infatti le strutture ospedaliere in Italia con almeno 100 infarti che necessitano di Ptca tempestiva, 60 sono gli ospedali su 148 che raggiungono la soglia del 60% e tra questo ulteriore gruppo d’elite, l’Infermi si piazza al decimo posto. È questo il dato più significativo che emerge dal Programma Nazionale Esiti dell’Agenas – presentato ieri a Roma –, basato su dati che fanno riferimento all’attività assistenziale effettuata nell’anno 2021 da 1.377 ospedali pubblici e privati e a quella relativa al periodo 2015-21 per la ricostruzione dei trend temporali. Ma non è solo la cardiologia all’Infermi a vedersi riconosciuti ampi progressi in questa fase di uscita dalla pandemia. "I dati sono ancora in elaborazione per una successiva contestualizzazione – premette la direttrice medico dell’ospedale riminese, Francesca Raggi –. Ma certamente c’è grande soddisfazione legata al fatto che questi risultati non si improvvisano giorno per giorno e non è sufficiente avere dei fuoriclasse, ma serve una squadra affiatata e un approccio multidisciplinare, che consente con un lavoro di anni di tendere così all’eccellenza". Un’eccellenza che per l’Infermi, stando al rapporto dell’Agenas, riguarda anche "altre équipe – assicura la direttrice Raggi –. A una prima lettura dei dati forniti dall’ultima edizione del Pne 2022 emerge come la chirurgia generale abbia ottenuto ottimi riscontri rispetto all’indice di efficienza, così come ostetricia e ginecologia in riferimento ai parti cesarei, con percentuali che toccano anche qui i livelli dei migliori. Per non dimenticare – conclude la direttrice del presidio ospedaliero locale – la chirurgia oncologica". In generale invece il rapporto dell’Agenas ha poi evidenziato su scala nazionale come la sanità italiana stia uscendo piano piano dall’emergenza Covid. Si inizia a vedere la fine del tunnel per la ripresa dell’attività ospedaliera pre-pandemia, ma permangono ancora criticità. Nel 2021 si registra una lieve ripresa delle ospedalizzazioni (500mila ricoveri in più rispetto al 2020), ma i volumi rimangono comunque al di sotto dei livelli pre-pandemici: 1,2 milioni di ricoveri in meno rispetto al 2019, che si sommano a 1,7 milioni di ricoveri non effettuati nel 2020. E ancora – sempre su scala nazionale –, un numero dei ricoveri urgenti inferiore al valore atteso sulla base dei trend pre-pandemici: -10% per l’infarto del miocardio acuto (11.300 ricoveri in meno) e -6% per la frattura di femore (circa 5.800 ricoveri in meno), così come rileva il report. Francesco Zuppiroli