La casa del boss accoglierà i ragazzi fragili

Santarcangelo, il Comune userà l’appartamento confiscato a ’zio Pio’ per aiutare i minorenni con un percorso di recupero

La casa del boss accoglierà i ragazzi fragili
La casa del boss accoglierà i ragazzi fragili

La casa confiscata al boss ospiterà ragazzi fragili e con problemi familiari. Così ha deciso il Comune di Santarcangelo per l’immobile di via Pavese, in zona stazione. Dal 2024, per un periodo sperimentale di due anni, l’abitazione appartenuta a ‘zio Pio’ (al secolo Rosario De Sisto), uno degli esponenti di spicco della malavita organizzata nel Riminese, ospiterà un gruppo di giovani in condizioni di fragilità, seguiti da educatori professionali. La confisca dell’immobile era avvenuta nel 2021 e il Comune di Santarcangelo da subito aveva fatto richiesta all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla mafia, per poter disporre della casa per attività sociali. L’assegnazione è avvenuta nel novembre 2021 e dopo la riqualificazione e l’arredamento dell’immobile (interventi finanziati anche grazie al contributo di 45mila euro ottenuto dalla Regione), il Comune ha scelto la destinazione. "Dopo l’idea iniziale di accogliere qui i profughi ucraini, superata poi dall’evolversi degli eventi (molti sono tornati in patria, altri hanno trovato sistemazione da parenti e amici), abbiamo scelto di usare l’abitazione per un percorso di autonomia rivolto a giovani in condizione di fragilità – dicono la sindaca Alice Parma e l’assessore ai servizio sociali Danilo Rinaldi – L’intento è rafforzare nel segno di una maggiore continuità i servizi dedicati ai minori, introducendo una nuova fase per accompagnare i ragazzi alla propria autoaffermazione". L’appartamento diventerà una "comunità per autonomia" per ragazzi neo diciottenni o prossimi ai 18 anni, individuati tra i giovani in carico all’area minori dei servizi sociali distrettuali, già accolti in comunità residenziali e che non possono contare su una rete familiare solida e strutturata. Per ognuno ci sarà un progetto individuale che lo accompagnerà fino ai i 21 anni, con un supporto quotidiano nelle scelte per studi, formazione professionale, accesso al lavoro. La casa accoglierà fino a cinque ragazzi, seguiti da due educatori per 36 ore settimanali e reperibili in caso di necessità.

r.c.