REDAZIONE RIMINI

La condanna dell’ultrà ‘Trasferte’ in caserma durante i match del Rimini

La Cassazione respinge il ricorso di un tifoso dopo gli scontri di Perugia. Obbligo di firma quando la squadra gioca e Daspo per dieci anni.

Controlli dei tifosi del Rimini

Controlli dei tifosi del Rimini

L’ultrà biancorosso perde la battaglia legale: a causa del Daspo inflitto dal questore di Perugia, per 10 anni non potrà accedere a manifestazioni sportive e per 5 anni dovrà sottostare all’obbligo di firma in occasione di tutte le partite di calcio del Rimini. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dall’avvocato del tifoso, un 28enne riminese, confermando il provvedimento scaturito dopo i tafferugli avvenuti fuori dallo stadio di Perugia il 3 febbraio dell’anno scorso. Quel giorno, il 28enne era stato identificato tra gli ultras del Rimini coinvolti in scontri violenti con i sostenitori della squadra umbra. Secondo quanto accertato dalle forze dell’ordine, il giovane impugnava un bastone durante il confronto con i tifosi avversari e gli agenti della polizia di Stato intervenuti per sedare i tafferugli. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza avevano permesso di riconoscerlo prima che si travisasse completamente. Il questore di Perugia ha emesso il 2 maggio un Daspo della durata di dieci anni. Il provvedimento prevede anche l’obbligo di presentarsi per cinque anni presso un comando di polizia in concomitanza con le partite del Rimini.

La difesa del 28enne ha contestato la validità del Daspo, sostenendo di non aver avuto accesso agli atti necessari per un’efficace difesa. Inoltre, ha evidenziato la mancanza di elementi concreti per giustificare la pericolosità sociale del tifoso, facendo riferimento a precedenti Daspo successivamente revocati e alla conclusione positiva di procedimenti penali passati. La Suprema Corte ha però rigettato il ricorso, ritenendo infondate le argomentazioni della difesa. Secondo i giudici, il comportamento del 28enne ha dimostrato una "pericolosità sociale", suffragata anche dai precedenti di polizia e dalla partecipazione a episodi di violenza. La Corte ha inoltre sottolineato che la difesa non ha fornito prove sufficienti di aver tentato di accedere agli atti, rendendo inefficace la contestazione. Il 3 febbraio del 2024, i sostenitori delle due squadre avevano dato vita a un pericoloso scontro, prima dell’inizio della partita di calcio Perugia – Rimini, valevole per il campionato di calcio di serie C, culminato, secondo la Questura, con lancio di fumogeni, bottiglie e petardi, in prossimità dello stadio Curi. L’intervento degli agenti ha messo fine al contenzioso e si è così è evitato che la situazione degenerasse ulteriormente. Nove in tutto gli ultrà identificati dalla Digos: 4 del Perugia e 5 del Rimini.