Rimini, la fuga degli avvocati: "Costretti a cambiare lavoro per vivere"

Riccardo Belli, presidente della Camera Civile di Rimini: "Di fronte alle incertezze, anche economiche in tanti scelgono la strada dei concorsi pubblici"

Il Congresso Nazionale dell’Unione delle Camere Civili (Uncc)

Il Congresso Nazionale dell’Unione delle Camere Civili (Uncc)

di Lorenzo Muccioli

"Una giustizia dal volto meno umano: con le modifiche annunciate, l’equità dei processi civili verrà valutata solo sulla base della statistica e delle tempistiche, dimenticando la sofferenza che ogni vicenda giudiziaria porta con sé". La riforma Cartabia scalda l’ottava edizione del Congresso Nazionale dell’Unione delle Camere Civili (Uncc). Oggi, al Palacongressi, l’ultimo appuntamento della tre giorni che vede i civilisti italiani a confronto sul tema ‘Giustizia e avvocatura tra sostenibilità e riforme incompiute. Garantire a tutti i cittadini un accesso equo e un processo efficiente’. È l’occasione per gettare uno sguardo sulle criticità e le prospettive del nostro tribunale, con l’avvocato Riccardo Belli, presidente della Camera Civile Rimini. Uno dei focus del Congresso è legato alla riforma della giustizia Cartabia. Quale giudizio emerge a margine dei lavori?

"Partiamo dalla premessa che si tratta di decreti non ancora scritti, ma oramai imminenti. L’orientamento che si delinea porta tuttavia con sé dei seri interrogativi rispetto alla difesa dei diritti fondamentali dei cittadini, tra cui appunto quello alla difesa. Il timore è che in nome di quella che dovrebbe essere una maggiore efficienza, che difficilmente questa riforma conseguirà, si sacrifichi l’equità del processo. Trasformando le aule di giustizia in catene di montaggio, perdiamo di vista la centralità dell’individuo. È importante capire che i tribunali non sono fabbriche e che il ruolo di garanzia dell’avvocatura non può essere ridimensionato".

Da parte del presidente nazionale de Notaristefani sono arrivate parole molto critiche verso lo sciopero indetto dai magistrati.

"A essere sbagliato è soprattutto il tempismo. Lo sciopero si colloca in un momento di fortissima criticità per il sistema giustizia. La reazione a nostro modo di vedere è del tutto tardiva". Il problema della giustizia ‘lumaca’ tocca da vicino anche il tribunale di Rimini.

Qual è l’analisi dei civilisti? "C’è una criticità emersa in maniera evidente durante l’emergenza Covid e il lockdown: siamo ancora molto indietro sul fronte della digitalizzazione. E ciò purtroppo si è tradotto nel blocco di molti processi e un aumento della pendenza dei procedimenti giuriziari. Mi riferisco non solo alla non digitalizzazione dell’Ufficio del Giudice di Pace ma anche l’impossibilità dei cancellieri in smart working di essere pienamente operativi. Gli avvocati hanno investito in risorse e formazione per allinearsi alle nuove esigenze, ma lo sforzo non è andato di pari passo con quello del Ministero". Nei giorni scorsi il Censis ha lanciato un allarme sulla fuga dall’avvocatura: è un fenomeno che riguarda anche Rimini? "C’è un dato significativo: il 30 per cento degli avvocati italiani, secondo il Censis, valuta di abbandonare la professione. Recentemente anche la Camera Civile Rimini ha registrato la defezione di quattro stimatissimi colleghi. Di fronte alle incertezze, anche economiche, in tanti scelgono la strada dei concorsi pubblici, che offrono maggiori garanzie". Il congresso dell’Uncc è patrocinato dall’Unione Regionale dei Consigli degli Ordini Forensi (Urcofer) dell’Emilia-Romagna, dall’Ordine degli Avvocati di Rimini, Cassa Forense e dal Comune di Rimini, e vede il supporto della Camera Civile Rimini.