LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

La guerra ai chiringuito continua. Sequestri in altri tre chioschi. Sigilli alle postazioni per i deejay

Dopo il Tortuga, nel mirino della Capitaneria di porto sono finite le strutture dei bagni 42, 44 e 46

Dopo il Tortuga, nel mirino della Capitaneria di porto sono finite le strutture dei bagni 42, 44 e 46

Dopo il Tortuga, nel mirino della Capitaneria di porto sono finite le strutture dei bagni 42, 44 e 46

Rimini, 5 luglio 2025 – Giro di vite per la movida sulla spiaggia. Dopo quello del bagno Tortuga, altri tre chiringuito sono finiti nel mirino della Capitaneria di porto. Ieri, i militari del nucleo di polizia marittima sono intervenuti ai bagni 42, 44 e 46, dove hanno messo sotto sequestro parte delle strutture utilizzate prevalentemente come postazione per i deejay. I sigilli sono stati apposti, nello specifico, alle pertinenze dei chiringuito, vale a dire alcuni gazebo in legno usati in genere per ospitare le consolle in occasione di feste o eventi del fine settimana. Le strutture, stando a quanto emerso, erano sprovviste delle necessarie autorizzazioni e risultavano quindi abusive. I vari chiringuito interessati dai controlli restano invece operativi per la somministrazione di cibo e bevande.

Il blitz di ieri segue di poche ore quello al bagno Tortuga, dove la Capitaneria aveva già sequestrato una parte – limitata e circoscritta – del chiringuito: un gazebo in legno utilizzato come palco per i dj, una pedana e altri arredi. Anche in quel caso, secondo la Guardia Costiera, mancavano le autorizzazioni previste dal codice della navigazione. Il titolare, Maurizio Bronzetti, si è difeso sostenendo che le strutture erano temporanee e facilmente rimovibili. "Non stiamo parlando di chissà cosa – ha detto Bronzetti – Sono tutte strutture di facile rimozione. Ora attenderemo la decisione del giudice. Il chiringuito non è chiuso, possiamo lavorare comunque e fare la somministrazione di bevande e cibo".

I sequestri di queste ore, hanno chiarito dalla Capitaneria di porto, si sono resi necessari "per impedire il protrarsi dell’illecito, a tutela della legalità e della corretta fruizione del bene demaniale". Le indagini, coordinate dalla Procura, proseguiranno – concludono dalla Capitaneria di porto – "allo scopo di accertare le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti e verificare eventuali ulteriori violazioni".