La guerra in spiaggia, un classico di stagione

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Puntuale come lo zampone sulle tavole a Capodanno, spunta ogni anno la guerra della canottiere rosse. Più che stagionale la questione potremmo definirla stagionata. Lei insinua che dietro la richiesta dei marinai ci sia un interesse meno nobile di quello sbandierato. Sospetta, mi sembra di capire, che non sarebbe la sicurezza dei bagnanti a remare verso l’allungamento del servizio di salvataggio. Per par condicio, attribuisce ai titolari degli stabilimenti balneari una certa propensione al braccino corto, anch’essa leggendaria al pari delle imprese amatorie vantate dalla categoria. Un quadro opaco della spiaggia modello romagnolo,

per alcuni versi anche troppo severo verso gli antagonisti. A prescindere dall’esito dello scontro, va rimarcata la richiesta dei marinai di salvataggio di passare sotto l’ala degli enti pubblici, da sempre un ottimo riparo per i dipendenti che siano essi in giacca cravatta o canotta. Partirà la stagione e sul finire di agosto ci ritroveremo ancora qui a raccontare questa singola guerra dei trent’anni. Puntuale come il cinepattone a Natale.