LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Caso Pierina, la perizia sui dispositivi apre nuovi interrogativi

Non sarà la chiave di volta per risolvere il giallo del delitto di Paganelli. Ma la perizia svolta dal consulente del tribunale di Rimini, pone alcuni punti fermi nell’inchiesta

Il consulente criminalista Davide Barzan svolge un ruolo di assistenza legale per Manuela Bianchi (foto Migliorini)

Il consulente criminalista Davide Barzan svolge un ruolo di assistenza legale per Manuela Bianchi (foto Migliorini)

Rimini, 11 febbraio 2025 – Non sarà la chiave di volta per risolvere il giallo del delitto di Pierina Paganelli. Ma la perizia svolta dal consulente del tribunale di Rimini - l’ingegnere Giuseppe Ferraro che ha esaminato i dispositivi elettronici (2 cellulari, 4 orologi digitali e 2 laptop) dell’unico indagato, Louis Dassilva - pone alcuni punti fermi nell’inchiesta.

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Scoperte della perizia tecnica

Il primo: dall’analisi dei cosiddetti "File system events" non sono emerse attività che indichino un’azione fisica compiuta sull’iPhone di Dassilva nell’arco temporale compreso tra le 22.08 e le 22.38 del 3 ottobre del 2023. Pierina è stata assassinata con 29 coltellate verosimilmente attorno alle 22.13, mentre alle 22.17 la cam della farmacia San Martino immortala una sagoma misteriosa dirigersi verso il condominio.

Secondo punto fermo: lo smartphone di Louis è stato compromesso in quanto il contenuto della sua memoria non rispecchia la situazione presente all’epoca dei fatti (ovvero il 3 ottobre). In particolar modo, stando alla perizia, sono state cancellate integralmente tutte le chat di WhatsApp intercorse tra Dassilva e la sua amante, la nuora di Pierina e sua vicina di casa, Manuela Bianchi.

Accuse e difesa

Un dato che emerge dal raffronto con l’acquisizione "non esaustiva" dei file estratti dal telefonino il 5 ottobre dal perito della Procura. Gli accertamenti svolti nell’ambito dell’incidente probatorio hanno comunque permesso di recuperare tracce dei messaggi tra la Bianchi e Dassilva cancellati dall’indagato dopo il ritrovamento del cadavere. Un nodo cruciale riguarda l’orario delle 22.16 quando, stando alle perizie, il telefonino di Dassilva registra un’attività.

Secondo l’accusa sarebbe stata generata automaticamente dal device mentre, per la difesa, si tratterebbe di una vera e propria interazione dell’utente.

Prossimi sviluppi

Per questo è stata chiesta un’ulteriore perizia, nell’udienza che si terrà il 14 marzo insieme a quella sui DNA rinvenuti sul luogo del delitto, per approfondire la natura della registrazione fatta dal cellulare.

"Un punto interessante per la difesa - ha spiegato l’avvocato Andrea Guidi, difensore dell’indagato - è che alla 22.16, per il nostro consulente, non c’è stata un’attività automatica sul cellulare del nostro assistito ma è stato proprio Dassilva che ha interagito col telefonino". "Quanto all’attività delle 22.16, il perito è stato abbastanza deciso a nel ritenerla un report automatico del dispositivo" ha detto l’avvocato Monica Lunedei, che assiste i figli di Pierina.

“Nel corso dell’udienza - ha aggiunto Davide Barzan, consulente dello Studio Barzan che assiste Manuela e Loris Bianchi - abbiamo fatto delle eccezioni preliminari, che non sono state accolte, in merito all’utilizzabilità della prima copia forense del cellulare di Dassilva“.