
Nel periodo primaverile potrebbe mutare il servizio di salvamento a seconda dei tratti del litorale
Una spiaggia divisa in zona per limitare il ricorso al servizio di salvamento in primavera. E’ quanto stanno cercando di far passare le Cooperative dei bagnini nel confronto con la Capitaneria di porto.
Sta arrivando la primavera, ma gli stabilimenti balneari non sono pronti per aprire. Questione di sicurezza. E’ trascorso un inverno, ma la gestione dell’ordinanza a livello nazionale che lega l’apertura degli stabilimenti al servizio di salvamento per i bagnanti, rimane per i bagnini delle cooperative, un ostacolo.
La settimana scorsa c’è stato un primo confronto a livello regionale con l’assessore al Demanio Roberta Frisoni e la Capitaneria di porto competente per l’ambito regionale. Il faccia a faccia è servito per far procedere i tavoli di lavoro a livello locale con le Capitaneria di porto competenti, e trovare una quadra. Difficile pensare che i bagnini la possano spuntare facendo a meno del servizio di salvamento, d’altronde si andrebbe contro una norma nazionale.
Ma la speranza delle Cooperative è di mediare trovando il miglior punto di caduta sui tempi e modi del servizio. "Siamo solo agli inizi - dice Mauro Vanni presidente di Confartigianato imprese balneari -. Ci siamo visti con la Capitaneria competente per il bacino riminese e torneremo a vederci la prossima settimana. Il confronto è alle fasi iniziali, tuttavia si è trovato un punto comune sulla volontà di dividere il litorale in zone di bassa affluenza e alta affluenza". In altri termini "fuori stagione, dunque in primavera e autunno, non tutte le zone del litorale hanno le stesse possibilità di attrarre clienti o turisti. A Rimini ad esempio, si ha una maggiore concentrazione a Marina Centro, mentre Viserba, oppure la zona sud con Bellaria o Miramare, hanno caratteristiche diverse con una bassa affluenza". Dunque nello stesso periodo primaverile potrebbe mutare il servizio di salvamento a seconda dei tratti del litorale. Quello che resta da stabilire sono i tempi e i modi del servizio. Se in estate i marinai di salvataggio salgono in torretta al mattino e al pomeriggio, tutti i giorni, fuori stagione le cooperative dei bagnini cercheranno di minimizzare il ricorso al servizio. Il confronto con la Capitaneria è iniziato e difficilmente terminerà nell’arco di pochi giorni. Per quegli operatori che cercano di anticipare l’inizio della stagione aprendo ai clienti, il rebus dei salvataggi rischia di frenare le aperture lasciando la spiaggia in letargo. Il Tiki, bagno 26 a Rimini, ha già lanciato la sua stagione lunga con l’apertura del ristorante per attrarre clienti. Ma per tutti quegli stabilimenti che vorrebbero dare lettini ai clienti, in assenza di una regolamentazione del servizio di salvamento stabilita dalla Capitaneria, fare anche elioterapia diventa un problema.
Andrea Oliva