Un viaggio attraverso la storia, la religione e soprattutto l’attualità. Con l’inizio della quarantaseiesima edizione del Meeting va in scena stasera e domani alle 21.30 al teatro Galli lo spettacolo Chi sei tu? La sfida di Gerusalemme. Tutto nasce dalla penna di Eric-Emmanuel Schmitt, che dopo la sua avventura tra Gerusalemme, Betlemme e Nazareth decide di raccontare il suo cammino di consapevolezza e di crescita interiore. Questa sera dal palco del Galli, attraverso la voce narrante di Ettore Bassi e la regia di Otello Cenci, gli spettatori verranno proiettati in un cammino di fede e di conversione.
Cenci, come è nato tutto?
"Tutto è nato due anni fa, dopo aver conosciuto la storia di Schmitt. Abbiamo letto il suo libro e visto l’adattamento cinematografico. Ci siamo resi conto dell’attinenza con la situazione attuale che quelle terre stanno vivendo e soprattutto con il tema del Meeting di quest’anno".
Cosa racconta l’autore attraverso il suo viaggio?
"Schmitt parla di un cammino attraverso il suo iniziale ateismo che con il tempo si trasforma in consapevolezza e poi devozione. Un viaggio che mette in scena anche l’attualità attraverso la guerra e la possibilità della convivenza tra due popoli. Non solo un continuo di eventi, ma una crescita interiore che prende sempre più consapevolezza".
Come siete arrivati a mettere in scena uno spettacolo di narrazione che inizialmente non era stato concepito per questo?
"Abbiamo chiesto direttamente a Schmitt il permesso per poterlo fare. Dopo un po’ di iniziale reticenza ci ha dato il via libera e da lì abbiamo iniziato subito a lavorare".
È stata una sfida complicata?
"Non è stato semplice. Non volevamo presentare soltanto uno spettacolo di narrazione attraverso la sola voce di Ettore Bassi, ma un vero e proprio viaggio che trasportasse lo spettatore in quelle terre. Per questo abbiamo aggiunto proiezioni e sonorità che rimandano proprio ai luoghi visitati da Schmitt".
In un momento delicato come questo per la situazione in Palestina lo spettacolo assume un significato ancora diverso.
"Lo spettacolo rappresenta una vera e propria provocazione sul tema della guerra nella striscia di Gaza. Ogni parola è misurata. Sarà l’occasione per riporre ulteriore attenzione su questa situazione".
Federico Tommasini