
Larry Middleton, dal 2019 nello staff di Rbr tra prima squadra e giovanili
di Francesco Zuppiroli
"Siamo tutti esseri umani. Uguali. Nel sangue non c’è differenza". È profondo nel tono, lucido nel pensiero e fermo nelle parole. Le sceglie con cura e la misurata pacatezza che lo distingue, Larry Middleton, nel porgere la propria solidarietà alla giocatrice di colore della squadra Under19 dell’Happy Basket, bersagliata dagli insulti razzisti di una mamma avversaria.
Bandiera del basket riminese, da giocatore prima e allenatore poi, Larry Middleton cosa si sente di dire alla giocatrice vittima di recente di insulti razzisti in campo?
"Che deve stare tranquilla e serena. Lei conosce che persona è, la sua educazione, com’è cresciuta. È difficile lo so, ma non deve dare retta a quella donna del pubblico".
Dice che lo sa perché le è capitato nel corso della carriera?
"Sì mi è capitato. Mai qui a Rimini però. Sono episodi che capitano a dire il vero, peccato che vengano alla luce solo nei casi più eclatanti".
Perché secondo lei ancora oggi lo sport resta uno dei luoghi in cui ancora il razzismo viene a galla con maggior prepotenza?
"Nei palasport o negli stadi si vivono momenti caldi. Attimi di tensione. E c’è chi è ignorante e senza educazione e non sa convivere con gli altri. Queste persone in momenti del genere non sono evidentemente in grado di portare rispetto".
Cosa ne pensa quindi della mamma ultrà e della sua esternazione?
"Credo che quella signora vada ammonita in qualche modo. Ma la punizione più grande la infligge lei a sé stessa. La punizione è l’educazione pessima che ha dato a sua figlia in primis. E ci farà i conti quando si guarderà allo specchio dopo la figura che ha fatto".
Pensa che per arginare il fenomeno odioso del razzismo in Italia si stia facendo abbastanza?
"Penso che tutto parta dall’educazione a convivere con gli altri. Convivere con tutti, nella maniera giusta".
Come?
"Anzitutto l’educazione civica deve partire dalla scuola. Dalla famiglia. Chi esterna frasi o cori razzisti non sempre è istruito e si reca nei palasport e negli stadi solamente per sfogarsi. Ma non è giusto. Non esiste posto al mondo in cui atteggiamenti divisivi come il razzismo possano essere accettati e tollerati".
La ragazza insultata ha interrotto il gioco e ha affrontato la mamma ultrà. Crede che sia stata una reazione giusta o sproporzionata?
"Credo che non ci sia una reazione giusta. In quella fase calda del gioco la ragazza ha reagito così. È molto giovane e magari le è mancata quella maturità per assorbire il colpo. Ha reagito d’istinto e si è lasciata andare. Ma, ripeto, non sono io a dover dire se questo sia giusto o sbagliato. Sicuramente sentirsi urlare quell’insulto... è difficile mantenere la calma".