La tragedia del campione "Pasolini, genio in moto"

Cinquant’anni l’incidente fatale di gara che costò la vita al pilota riminese e al finlandese Saarinen. Due fuoriclasse che hanno fatto la storia .

La tragedia del campione  "Pasolini, genio in moto"

La tragedia del campione "Pasolini, genio in moto"

di Alberto Crescentini

È passato già mezzo secolo da quel drammatico 20 maggio del 1973. Una data che gli sportivi riminesi, soprattutto quelli con le tempie ingrigite, non possono dimenticare. Quel giorno durante in Gran Premio delle Nazioni di Monza di motociclismo, moriva infatti Renzo Pasolini e insieme a lui il finlandese Jarno Saarinen. Il centauro riminese, coraggio da vendere, avrebbe compiuto 35 anni solo un paio di mesi più tardi. "Ricordo ancora che stavo guardando la gara in tivù – racconta Tony Pasolini, cugino del pilota – In quell’occasione non l’avevo seguito come altre volte, poi arrivarono quelle immagini e, poco dopo, ci telefonò suo fratello Paolo. Ci disse di correre a casa da sua mamma, poiché Renzo era morto, notizia che i telecronisti non avevano ancora dato. Ci precipitammo alla Colonnella, dove c’era già tanta gente. Poi diedero l’annuncio pure in televisione". Di Saarinen "Renzo aveva grande grossa stima. Di lui diceva spesso: quello nuovo – così lo chiamava – è davvero un fenomeno, un mostro".

Il tam tam della scomparsa di Pasolini si sparse rapidamente a Rimini. Nel giorno dei funerali, che si tennero alla chiesa della Colonnella, migliaia e migliaia di persone parteciparono all’addio al campione. "Tantissimi i motociclisti, provenienti un po’ da tutta Italia – ricorda Tony –. E quando il feretro entrò al cimitero, tutti i centauri cominciarono a dare gas per salutarlo, creando un rumore assordante. A ripensarci mi viene ancora la pelle d’oca...", si commuove ancora il cugino del pilota. Che, per una quindicina d’anni, come allenatore di pallamano, organizzò a Rimini il torneo ‘Renzo Pasolini’ di quella disciplina. "Quel 1973 sarebbe stato l’anno buono. Renzo aveva la moto per vincere il mondiale, sono convinto che ce l’avrebbe fatta. Ma purtroppo il destino aveva in serbo per lui un’altra storia...", sospira ancora Tony, che con passione aveva seguito dal vivo il cugino in più di una gara, da Monza – ma non in quell’occasione – a Imola, da Vallelunga ad Assen. Così come non bisogna dimenticare che in quegli anni erano ancora in voga i circuiti cittadini e pure Rimini, con un anello disegnato sul lungomare e dintorni, ospitava una prova del campionato del mondo.

Rimini proprio in questo weekend, in occasione del 50esimo anniversario della morte, avrebbe dovuto ospitare una gara di minimoto organizzata dal motoclub a lui dedicato. Ma l’evento è stato annullato per questioni di sicurezza legate al maltempo.