Lamorgese alla Svizzera "Fatevi carico di Somane"

Il ministro dell’Interno risponde alla Camera: "Il Paese elvetico è l’ultimo ad aver registrato la presenza del 26enne somalo"

Migration

Ha attraverso Germania, Austria, Svezia, Danimarca, Olanda. Prima di arrivare in Italia, si era fermato per un certo periodo in Svizzera e anche qui come altrove aveva presentato una richiesta di asilo politico. Per questo motivo, secondo l’Italia, il Paese elvetico è tenuto a farsi carico di Somane Duula, il 26enne somalo che sabato scorso ha versato sangue sulle strade di Rimini, accoltellando quattro donne e un bambino di sei anni. A riferirlo è stata la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, rispondendo al question time alla Camera riguardante proprio i fatti di Rimini e la questione delle politiche migratorie. L’uomo, ha spiegato la titolare del Viminale, "era privo di precedenti di polizia secondo le annotazioni presenti nei sistemi informativi nazionali e internazionali. Quanto alla dispersione nel territorio italiano, vi è da dire che tale condizione non è rilevabile solo in rapporto al recente ingresso del giovane somalo in Italia, ma trova la sua prima radice nella precedente peregrinazione dello stesso soggetto in vari Paesi europei. Il somalo – ha ricostruito – ha fatto il suo primo ingresso in Germania nel 2015, spostandosi dopo poco in altri Paesi del continente".

"In occasione dei vari passaggi in Europa – ha aggiunto Lamorgese – Duula ha sempre presentato istanza di protezione internazionale, come si apprestava peraltro a fare in Italia nel cui territorio risulta essere entrato il 9 agosto di quest’anno. Proprio in considerazione della sua condizione di migrante e della presenza varia di domande di protezione internazionale, l’apposita unità di Dublino presso il dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione ha in corso le necessarie verifiche ai fini della ripresa in carico del somalo da parte della Svizzera, ultimo Paese che ne ha registrato la presenza". Il somalo, ha ribadito il ministro, "non ha agito per finalità riconducibili ad una matrice fondamentalista".

Attualmente il richiedente asilo si trova in carcere dopo la convalida dell’arresto decisa dal gip del tribunale di Rimini Manuel Bianchi. È accusato di due tentati omicidi (quello di una controllora della linea 11 a cui ha causato ferite guaribili in 60 giorni e del piccolo Tamin, il bambino di sei anni raggiunto da un fendente alla carotide), di lesioni personali, porto abusivo d’armi, tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Martedì è stato ascoltato dal gip e dal pm Davide Ercolani, che coordina le indagini. Alle domande che gli sono state poste, ha risposto in maniera delirante e confusionaria, parlando di "una donna senza mani" che continuerebbe a tormentarlo. L’avvocato della difesa, Maria Rivieccio, si è riservata la possibilità di richiedere una perizia psichiatrica.