Landis: "Impariamo a tornare al cinema"

Il regista dei Blues Brothers ieri a Rimini dopo 25 anni, prima al Fulgor per un incontro aperto alla città e poi al Fellini Museum

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Dopo essere stato a Bologna per le Giornate del Cinema Ritrovato, ieri John Landis è tornato dopo 25 anni a Rimini. Prima al cinema Fulgor per un incontro aperto alla città condotto da Francesca Fabbri Fellini, poi in visita al Fellini Museum. Ad accoglierlo anche il sindaco Jamil Sadegholvaad.

L’ultima volta a Rimini di Landis risale al 1997, in occasione dell’ultima edizione di RiminiCinema, quando fu insignito del premio Fellini.

Durante l’incontro al Fulgor ha raccontato aneddoti su "The Blues Brothers", "Un lupo americano a Londra" e "I tre amigos!", parlando anche della Hollywood alla ricerca continua "del profitto, del denaro, una industria schizofrenica". Quindi il discorso ha toccato l’attualità.

"La gente deve reimparare ad andare al cinema, nelle grandi sale, cosa che per un periodo abbiamo perso. I film si possono vedere anche al computer, ma bisogna imparare a vederli nuovamente in una sala, perché la caratteristica principale è la gente, il pubblico, insieme è tutto più divertente, stare insieme amplia i sentimenti. Il cinema lo immagino all’antico, come uno sciamano che racconta storie davanti a un fuoco, il cinema è così, una luce che viene proiettata e gli altri guardano".

L’ultimo film girato da Landis risale al 2010. Quando sarà il prossimo? "Nel mondo del cinema non sai mai se qualcosa è vero fino a quando non diventa vero, quindi spero presto".

In tre anni, dal 1978 al 1981, John Landis, neppure trentenne, gira tre film diventati cult e destinati a entrare nella storia del cinema e rimanere scolpiti nella memoria collettiva di un’intera generazione: "Animal House", "The Blues Brothers" e "Un lupo mannaro americano a Londra". Ha intuito il talento di John Belushi e di Eddy Murphy (in "Una poltrona per due"), ha giocato, mescolato e rinnovato i generi (dalla commedia all’horror, dal musical al film comico fino a sconfinare nel western con Tre amigos!);ha costruito, con "Thriller" di Michael Jackson, la grammatica del videoclip. È uno dei registi più geniali e spiritosi del nostro tempo, tra i più curiosi e inventivi; innamorato del cinema classico, è un regista, come ha detto Guillermo del Toro, "nato per divertire".