Rimini, cercasi lavoratori stagionali. Ne mancano 7 mila

Circa cinquemila nel settore ricettivo, altri duemila nella ristorazione. E’ caccia aperta a camerieri, aiuto cucina e tuttofare

Gli stagionali storicamente, fino al 2019, erano circa 20mila in riviera

Gli stagionali storicamente, fino al 2019, erano circa 20mila in riviera

Rimini, 16 maggio 2021 - Tra molte incertezze, l’estate è alle porte. Ma in riviera mancano all’appello 7.000 stagionali. "Il grosso nel settore ricettivo – spiegano dall’Associazione albergatori di Rimini –, circa 5.000 persone". "Per quanto riguarda la ristorazione – fanno eco da Confcommercio – mancano intorno a duemila lavoratori per la stagione estiva". Un trend degli ultimi anni, rafforzato dalle conseguenze della pandemia. Un effetto collaterale preoccupante per la riviera che anche sull’apporto dei lavoratori stagionali ha costruito le proprie fortune. "E’ un fatto serio – dice la presidente Aia Patrizia Rinaldis – e ne sentiremo il peso quando la stagione comincerà a decollare. Nel mio albergo al momento ho tre assunti per l’estate: cuoco, cameriera sala e piani. Siamo tutti alla ricerca. Sul portale creato appositamente con le Aia di Riccione e Misano, così come nella nostra sede, le richieste da parte degli alberghi fioccano. Le disponibilità purtroppo molto meno".

Tra i ruoli più ricercati cameriere piani, sala, segretarie, tuttofare. "Chi ha uno chef ’storico’ – aggiunge Rinaldis – cerca di tenerlo". Sul portale del Centro per l’Impiego compaiono, tra le altre, per Rimini 30 offerte di un posto per cameriera sala, 12 aiuto cuoco, 7per cuochi, due tuttofare, 5 guardiani notturni, un lavapiatti. Anche a Riccione in testa le cameriere piani (offerti 15 posti); 11 aiuto cuoco, 4 lavapiatti, 20 camerieri sala, uno chef. "Molte attività cercano lavoratori per l’estate – dice Nicoletta De Cristofaro, responsabile regionale dell’Associazione nazionale lavoratori stagionali – ma spesso la non lunga garanzia di durata dei contratti di assunzione, l’incertezza sull’inizio del periodo lavorativo, insieme agli strumenti di welfare che per fortuna aiutano noi stagionali, sono un disincentivo rispetto all’accettare un contratto".

Chi è fermo dal primo lockdown ha ottenuto sinora anche 10mila euro di sostegni statali. "C’è un equivoco da sfatare – continua Rinaldis –, riguardo alla perdita di parte di questi ristori in caso si accetti un contratto stagionale. Non è così, va visto caso per caso. E la mancata attivazione, almeno per ora, del decreto flussi per i lavoratori stagionali extracomunitari non ci aiuta". "Tutti cercano personale, ma la disponibilità è limitata – dice Fabio Visconti, Yew we net –. Noi siamo una rete d’impresa, assumiamo persone cercando di garantire loro impiego annuale in hotel, d’estate al mare, d’inverno in montagna. Abbiamo centinaia di richiesta dalla riviera, da alberghi, bar, ristoranti". "Manca soprattutto la manodopera pura – fa eco Corrado Della Vista, Devira Group – a partire da tuttofare e manutentori. Ancora da trovare il 30-40% degli stagionali".

Che storicamente, fino al 2019, erano circa 20mila. "Molti – prosegue Della Vista – dicono di temere di perdere reddito di cittadinanza, reddito d’emergenza, disoccupazione o altri strumenti di welfare. Li capisco, ma il sistema riviera ha un problema. Anche perché mancano strumenti di assunzione flessibili come erano i voucher, ora cancellati. C’ è il contratto a chiamata, ma non dà garanzia di assunzione immediata".