Le armi della mafia arrivavano dal Titano

Smantellata da un’operazione della Dia l’attività del clan Di Muro e Delli Gatti . Scoperto sul territorio un canale di rifornimento per l’artiglieria dei boss

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"Costante disponibilità di armi da parte del clan, rifornito attraverso un canale privilegiato di approvvigionamento a San Marino". Spunta anche il Titano nell’inchiesta che all’alba di ieri ha portato all’arresto di 11 persone in provincia di Potenza. Sono scattate 16 misure di custodia cautelare (11 arresti in carcere, 3 ai domiciliari e 2 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria) nei confronti di altrettante persone accusate di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, possesso e detenzione illegale di arma da fuoco, tentata rapina e calunnia. L’indagine, coordinata della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lucano e svolta dalla squadra mobile di Potenza e dai carabinieri di Melfi, ha confermato una serie di elementi già in parte emersi nel corso di precedenti operazioni e processi attualmente pendenti per molteplici reati, che hanno permesso di rilevare a Melfi e su tutto il territorio del Vulture-Melfese, almeno dal mese di marzo 2013, l’operatività del clan delle famiglie Di Muro e Delli Gatti, già in passato giudizialmente riconosciuta con sentenze irrevocabili.

L’operato del sodalizio è stato ritenuto dal giudice "funzionale a garantire un progressivo consolidamento della propria egemonia sul territorio, perseguito sia attraverso la compenetrazione nel tessuto economico imprenditoriale, mediante l’affidamento diretto e indiretto di appalti e di porzioni fondiarie per attività agricole, agevolate anche da figure istituzionali e imprenditoriali compiacenti, sia con le più tradizionali metodologie violente e intimidatorie, trascese in vere e proprie condotte estorsive perpetrate in danno di commercianti e operatori economici del settore agricolo".

Le mani del clan erano finite anche sulla famosa sagra della Varola (tipica castagna del territorio, ndr) con estorsione in danno ai titolati degli stand della manifestazione che ricorre annualmente nei giorni di sabato e domenica della penultima settimana di ottobre. Quanto alla "costante disponibilità di armi" provenienti da San Marino, dalle intercettazioni è emerso fossero necessarie e "fronteggiare eventuali ulteriori conflitti con l’avverso clan dei Cassotta".