Le aziende tengono il passo Ma Rimini è maglia nera

Confindustria: produzione e fatturano crescono meno nella nostra provincia. Costi energetici aumentati di oltre l’85%. "Parco eolico, ora avanti senza indugi"

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Le aziende della Romagna tengono il passo, nel primo semestre 2022. Ma il bilancio di Confindustria Romagna è agrodolce, perché preoccupa l’incertezza dovuta a diversi fattori: aumento del costo dell’energia e del costo delle materie prime, con difficoltà nel reperirle, guerra in Ucraina. Non solo: Rimini è la provincia romagnola che fa peggio, quella in cui gli indicatori – dalla produzione al fatturato – crescono meno.

I dati dell’indagine congiunturale realizzata dal centro studi di Confindustria Romagna, riferita ai consuntivi del primo semestre 2022 e alle previsioni del secondo semestre 2022, dicono che la media dei rincari dei costi energetici nella prima parte dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2021, è pari all’85,93%, mentre la media dei rincari dei costi delle materie prime è stata del 28,63%. In particolare, le aziende intervistate evidenziano che l’attività è stata influenzata dall’incremento dei prezzi di legno, petrolio, gas naturale e acciaio. Le aziende romagnole, comunque, nel primo semestre di quest’anno mantengono numeri in positivo: produzione +10%, fatturato totale +12,1%, fatturato interno +10,7%, fatturato estero +13,2%, occupazione +2,4%. I dati della provincia di Rimini sono tutti al di sotto del totale romagnolo: produzione +3,6%, fatturato +6,5%, fatturato estero +6,4%, occupazione +2,2%.

E ancora: restano le difficoltà da parte delle aziende romagnole nel reperire figure professionali adeguate alle proprie esigenze: per il 43,6% del campione sono elevate e molto elevate, solo il 10,4% non rileva alcuna difficoltà. Per il secondo semestre, la produzione viene prevista in aumento da un 86,5% del campione. Le previsioni sull’occupazione sono stazionarie per il 65,2% del campione. Le maggiori preoccupazioni risultano essere i rincari, la prosecuzione del conflitto russo-ucraino, le difficoltà nel reperire materie prime e l’eventuale ritorno dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. "Le nostre aziende operano in un contesto socio-politico ed economico caratterizzato da molte incertezze – spiega Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna – Occorrono piani strategici e azioni concrete su tematiche portanti che andrebbero portate avanti con una linea comune". Per quanto riguarda le infrastrutture a Rimini, servono "collegamenti fra il capoluogo e le aree produttive vicine con tempi di percorribilità accettabili: dalla Marecchiese alla zona industriale di Santarcangelo, per citare i due casi più evidenti". Capitolo energia: "Per il rigassificatore a Ravenna – dice Bozzi – occorre completare velocemente il processo autorizzativo. E sul parco eolico di Rimini occorre ora procedere senza ulteriori indugi".

Giuseppe Catapano