Rimini, le coop assumeranno 650 persone

Le previsioni per il 2022: il maggiore fabbisogno di personale è nei servizi (24%), seguono sanità e commerio

Paolo Lucchi (Federcoop Romagna) e Mario Mazzotti (Legacoop Romagna)

Paolo Lucchi (Federcoop Romagna) e Mario Mazzotti (Legacoop Romagna)

"Dobbiamo fare in modo che l’offerta di occupazione cooperativa sia all’altezza della domanda che c’è sui mercati e al bisogno di un lavoro che sia tutelato, sicuro, garantito e inclusivo". Mario Mazzotti, presidente di Legacoop Romagna, fissa l’obiettivo. E lo fa guardando avanti con fiducia, perché i numeri consentono di fare previsioni con un certo ottimismo pur non mancando i problemi (primo tra tutti l’aumento del costo delle materie prime).

Eccoli, i numeri: nel 2022 le coop appartenenti all’associazione di area vasta prevedono di assumere complessivamente 2.800 persone. Di queste, il 25% è nell’area riminese: vuol dire circa 650 persone. La maggior parte dei lavoratori sarà inserita in provincia di Ravenna (il 60%), chiude Forlì-Cesena con il 15%. Si assume non solo per il naturale ricambio, ma anche perché le aziende romagnole attendono un’espansione dell’attività in quasi 4 casi su 10.

I numeri emergono dalla prima edizione dell’Osservatorio sulle esigenze di personale nelle cooperative della Romagna, che è stato presentato ieri da Federcoop, la società di servizi e consulenza alle imprese di Legacoop territoriale. Un centinaio le realtà di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena coinvolte nella rilevazione, in rappresentanza di un mondo che riunisce oltre 400 imprese e 25mila lavoratori, con un valore della produzione di circa 7 miliardi di euro. L’indagine dice che il fabbisogno per settore vede prevalere i servizi (23,9%), la filiera sanitaria (19%), il commercio e turismo (18,7%), l’agroalimentare (11,9%). Seguono mobilità e logistica (7,8%), costruzioni e infrastrutture (6,3%) e poi via via le altre filiere industriali (3,3%), il legno e arredo (2,3%), finanza e consulenza (2,8%), informatica (1,7%), formazione e cultura (1,2%), meccatronica e robotica (1%), moda (0,2%).

Le capacità che vengono richieste, a parte quelle comunicative, sono le competenze informatiche e linguistiche, che si confermano centrali. Per un candidato rappresentano punti di forza da spendere prima di tutto le esperienze lavorative (29,9%), ma anche la disponibilità a mettersi in gioco attraverso il lavoro straordinario e la disponibilità alla trasferta e a coprire turni notturni e festivi. La distribuzione del livello di istruzione è uniforme, con differenze specifiche se si osserva la filiera: salute, formazione e cultura richiedono con maggiore incidenza il titolo di laurea. "Il tema della selezione del personale — osserva Paolo Lucchi, amministratore delegato di Federcoop Romagna, che ha presentato la ricerca — è fondamentale per le imprese. Questo appuntamento è destinato a diventare periodico: un primo risultato sarà l’attivazione di un servizio di selezione del personale dedicato alle cooperative. Non pensiamo solo a un servizio di incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, ma a una vera proposta strutturata secondo i principi cooperativi. Non un’agenzia interinale, ma un servizio che sia in grado di investire sulla qualità. Formeremo le persone internamente e faremo di Federcoop Romagna uno snodo tra il sistema formativo, delle imprese, della scuola e dell’università". Anche perché, come sottolinea Mazzotti, "creare lavoro è la missione principale di ogni cooperativa, ma noi abbiamo una responsabilità ulteriore: fare sentire la differenza della missione mutualistica anche ai lavoratori. I numeri dell’indagine – spiega il presidente di Legacoop Romagna – dimostrano che la ripartenza è in atto, anche se sono già messi a rischio dall’aumento delle materie prime e dell’energia. Serve un’azione politica per coinvolgere l’Europa in una riduzione delle dinamiche inflattive, se non vogliamo che la ripresa si fermi".

Giuseppe Catapano