Le discoteche aprono le piste al vaccino

Il presidente regionale del Silb Indino propone di utilizzare i locali chiusi: Cocoricò, Altromondo e Musica hanno già aderito

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Niente balli da mesi nelle discoteche, chiuse (chissà per quanto ancora) per decreto, per evitare il rischio di contagi. Ma dalla primavera in pista potrebbero ’ballare’ medici e infermieri impegnati a somministrare il vaccino anti-Covid. La proposta arriva direttamente da Gianni Indino, presidente provinciale e regionale del Silb, il sindacato dei locali da ballo di Confcommercio: "Siamo pronti a fare la nostra parte nella campagna vaccinale". Tanti gestori dei locali della Riviera "hanno già dato l’adesione per mettere a disposizione i locali, sia di giorno che di sera". Cocoricò, Altromondo, Peter Pan, Musica e altri locali sono pronti a trasformarisi da templi della notte ad ambulatori attrezzati per la lotta al Covid.

"Partiamo da una premessa fondamentale – dice Indino – Gli imprenditori del mondo della notte sono stati tra quelli più duramente colpiti dalla pandemia. I locali sono chiusi da mesi, alcuni da quasi un anno, ancora oggi è impossibile prevedere la data di riapertura. Quando il divertimento ripartirà molti non saranno in grado di riaprire". Nonostante questo "vogliamo dare una mano e mettere a disposizione le nostre strutture ora che la campagna vaccinale sta per entrare nel vivo e serviranno altre sedi per vaccinare". Per Indino le discoteche sono luoghi "capienti", logisticamente adeguati, e "si potrebbe pensare di utilizzare il personale dei locali per regolamentare gli accessi". Non solo: riaprire delle discoteche per la campagna vaccinale "sarebbe l’occasione per riaccendere le luci sul mondo della notte, in attesa di capire le modalità di assegnazione dei 3 milioni di ristori promessi dalla Regione". Indino presenterà ufficialmente all’Ausl la proposta in queste ore, da parte delle discoteche riminesi.

Nel frattempo il Comune di Rimini, in vista dell’inizio della vaccinazione sugli over 80 e sulle persone più fragili (disabili, malati cronici) che partirà da febbraio, ha istituito una taskforce di dipendenti che aiuterà l’Ausl nel reperire nuove sedi vaccinali, attrezzarle e organizzare la logistica. Il Comune ha già ’prestato’ alcuni dipendenti al dipartimento di igiene e sanità pubblica, per organizzare i tamponi e le quarantene. L’amministrazione inoltre, come già avviene per i tamponi, darà all’Ausl spazi comunali che potranno essere usati come sedi vaccinali. "Oltre ai centri anziani (due quelli utilizzatai per i tamponi) pensiamo anche a spazi come il centro giovani di Santa Giustina o quello di di via Bidente, alla Grotta Rossa – dice il vice sindaco Gloria Lisi – e siamo pronti ad aumentare il personale a sostegno dell’Ausl, in vista della vaccinazione". Intanto "già tanti medici in pensione e dentisti si sono offerti come vaccinatori", ora che l’Ausl ha finalmente stabilito le procedure per arruolare i volontari.

Manuel Spadazzi