Le penne nere alla controffensiva: "Quereliamo chi ci ha infangato"

Il presidente nazionale Ana, Sebastiano Favero: "Accuse generalizzate alla nostra associazione, ’sentenze’ sparate senza avere alcuna prova e poi non si ha nemmeno il coraggio di chiedere scusa"

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"Con grande amarezza, io dico che invece di generalizzare su un intero corpo e un’associazione che hannno dimostrato in tutti questi anni i loro valori e ideali, bisognerebbe essere più cauti. Invece, purtroppo, si sparano sentenze senza alcuna prova e poi non si ha nemmeno il coraggio di chiedere scusa". Così Sebastiano Favero, presidente nazionale Ana, l’associazione alpini, commenta la decisione della Procura di chiedere l’archiviazione per le presunte molestie sessuali denunciate da una ragazza lo scorso maggio, durante l’Adunata nazionale degli alpini a Rimini.

Valutazione opposta da parte di ’Non una di meno’, l’associazione che aveva raccolto e consegnato in Comune oltre 500 "segnalazioni di molestie" (ma fin ora c’è stata un’unica denuncia, ora oggetto di richiesta d’archiviazione), manifestando anche pubblicamente in piazza Cavour. "Uno dei motivi che spinge le persone a non denunciare – il commento dell’associazione – è che spesso questo tipo di segnalazioni per molestie finisce proprio in questo modo. Se non è stato possibile individuare i responsabili è anche a causa delle insufficienti misure di sicurezza e del servizio d’ordine durante la manifestazione". ’Non una di meno’ assicura che intende continuare a tutelare l’identità della ragazza che ha presentato denuncia. Intanto gli alpini preparano la controffensiva. "Abbiamo avuto un incontro lunedì pomeriggio con i nostri avvocati – spiega Massimo Cortesi, portavoce nazionale Ana – Un altro confronto con i legali è fissato per domani (oggi per chi legge, ndr), alla luce della richiesta di archiviazione fatta dalla Procura della Repubblica di Rimini. Una denuncia che non stava in piedi, l’archiviazione era quasi scontata".

"Come Ana intendiamo perseguire chi ha gettato tonnellate di fango sull’associazione – prosegue Cortesi – per settimane. Siamo stati fortemente danneggiati dal punto di vista dell’immagine, a prescindere dalla denuncia. Alcuni organi di informazione hanno generalizzato le accuse, e noi intendiamo tutelarci in ogni sede. Abbiamo già pronto un dossier a riguardo. Valuteremo con i nostri legali le strade da percorrere. In caso quell’unica denuncia non venisse archiviata ci costituiremo parte offesa, anche per avere accesso agli atti. In caso di archiviazione definitiva la strada da percorrere sarebbe invece un’altra, probabilmente quella della controquerela". "Attendiamo gli esiti del procedimento – commenta il sindaco Jamil Sadegholvaad – Ribadisco quanto già detto nei giorni dell’Adunata, quando sono esplose le polemiche: la città di Rimini è pronta a ospitare ancora gli alpini da subito".

Mario Gradara