Rimini, consigliere comunale leghista accoglie in casa tunisina incinta

Carlo Grotti ha trovato la donna davanti al portone: "Le persone vengono prima delle ideologie"

Carlo Grotti (il primo da destra) con la moglie e una coppia di amici

Carlo Grotti (il primo da destra) con la moglie e una coppia di amici

Rimini, 19 febbraio 2020 - Il consigliere leghista ospita una tunisina senza casa. Lei è una giovane incinta al nono mese di gravidanza, che stava per passare una notte all’addiaccio con il figlio di otto anni. Ad accoglierla è stato Carlo Grotti Trevisan, esponente della Lega che siede dal 2016 sui banchi del consiglio comunale di Rimini. "Ognuno di noi può avere il proprio credo politico, ma prima di tutto – dice Grotti – vengono le persone e i loro bisogni. Non potevo non aiutare quella giovane mamma in difficoltà".  

L’episodio è avvenuto domenica sera. Grotti stava rientrando a casa insieme alla moglie e a una coppia di amici, suoi ospiti. "Eravamo stati a cena fuori – racconta – in un ristorante nella zona della darsena. Io e mia moglie abitiamo in un appartamento a Marina centro, e i nostri amici si fermavano a dormire da noi. Quando arriviamo davanti al palazzo vediamo questa donna nell’androne. Si era sistemata alla meglio, insieme al figlio. Aveva con sé alcune valigie". Grotti, la moglie e gli amici la avvicinano e le fanno un po’ di domande. Si accorgono che è straniera. "Lei ci risponde, in italiano un po’ stentato, che è tunisina e che purtroppo non sa dove andare a dormire. Era preoccupata per il nascituro, ma non aveva trovato nessuna sistemazione e così si era accampata con il figlio nell’ingresso del palazzo per passare la notte". Ha deciso subito di accoglierla? "Lei era molto intimorita. Il bambino era ancora più spaventato di lei. Le abbiamo chiesto se voleva un po’ di coperte e di cibo, poi abbiamo insistito per darle ospitalità per la notte e lei ha accettato. Ho accompagnato così la donna e il bambino in un altro appartamento di mio proprietà, che si trova sempre nello stesso palazzo. Di solito lo affitto ai turisti, ma in questo momento era disponibile e abbiamo pensato che fosse la soluzione migliore. La donna non finiva più di ringraziarci. Il bambino pian piano si è tranquilizzato, e ha anche mangiato. Erano affamati". Vi ha raccontato com’è finita sulla strada? "Da quello che abbiamo capito (non parla molto bene l’italiano) lei aveva vissuto a Rimini con un altro uomo, da cui ha avuto il primo figlio, poi è tornata in Tunisia. Quando è rimasta incinta, ha deciso di rientrare in Italia per affrontare il parto, ma l’attuale compagno non aveva abbastanza soldi per pagare il biglietto del viaggio anche per lui. Lei ha provato a rivolgersi all’ex per avere ospitalità per qualche giorno, e lui gliel’avrebbe negata. Questa è stata la versione che ci ha dato". Per quanto tempo è rimasta in casa sua? "Una notte. Il giorno dopo ci siamo subito attivati per farle avere una sistemazione. Ho preso contatti, attraverso il vice sindaco Gloria Lisi, con il consultorio familiare di Rimini. Qui abbiamo trovato degli operatori molti disponibili, in particolare Elisabetta che voglio ringraziare pubblicamente. Poche ore dopo la donna e il suo bambino sono stati accolti in una struttura protetta. Stanno bene, e sta bene anche il nascituro. Il bimbo dovrebbe nascere a giorni". Lei è consigliere comunale della Lega: non teme, raccontando la sua esperienza, che qualcuno possa storcere il naso anche all’interno del suo partito? "No affatto. La Lega ha una posizione chiara sull’immigrazione e io la condivido. Ma prima delle idee e delle ideologie, lo ripeto, vengono le persone. Aiutare chi è in condizioni disperate, come quella giovane mamma tunisina, non è un atto politico: è un gesto di attenzione verso chi ha bisogno. Non mi sento migliore di altri, ma se ho deciso di raccontare questa storia è proprio perché troppo spesso si giudicano le persone basandosi esclusivamente su pregiudizi e luoghi comuni. Chi l’ha detto che un leghista non possa aiutare una migrante in gravi difficoltà? E poi tra qualche mese diventerò padre: la sua situazione mi ha toccato profondamente". Dopo averla accompagnata al consultorio, è rimasto in contatto con la donna tunisina? "Siamo in contatto attraverso il consultorio, che si sta occupando di lei in maniera egregia. Lei è rimasta stupita da quello che io, mia moglie e miei amici abbiamo fatto per lei. Mi ha anche chiesto se potevo pensarci io ad accudire il figlio di otto anni nei giorni immediatamente successivi al parto, ma gli operatori del consultorio l’hanno tranquilizzata: penseranno loro a tutto. E noi andremo a trovarla appena il bambino nascerà". © RIPRODUZIONE RISERVATA