
Nel 2023 erano intervenuti anche i carabinieri per la situazione all’hotel Arizona
Non potrà riaprire fino a quando non sarà (finalmente) in regola. L’ordinanza del Comune nei confronti dell’hotel Arizona è arrivata in questi giorni. Il provvedimento, già notificato dall’amministrazione ai gestori, impone "lo stop immediato all’attività alberghiera" per l’albergo di viale Pinzon. Alla base della decisione una lunga serie di irregolarità sul fronte delle norme antincendio, rilevate dai vigili del fuoco nel corso di un’ispezione tecnica. Tra le criticità riscontrate: scale di emergenza non conformi, percorsi di evacuazione ostacolati da materiali infiammabili, assenza di cartelli di sicurezza e di procedure chiare in caso d’incendio. Nemmeno l’impianto fotovoltaico – montato sul tetto – non rispetta gli standard minimi, privo di pulsante di sgancio accessibile e di segnalazione visibile. Il Comune aveva già concesso sei mesi di tempo per rimediare, sospendendo temporaneamente l’attività. Ma al termine del periodo stabilito, nessun adeguamento è stato ancora portato a termine. Da qui l’ordinanza, "con il divieto assoluto di prosecuzione dell’attività e obbligo di sgombero degli eventuali ospiti entro 10 giorni dalla notifica".
Nonostante il duro colpo, qualcosa si muove. I tecnici incaricati dalla proprietà sono infatti già al lavoro per tentare il recupero: l’obiettivo è riuscire a regolarizzare l’impianto, sanare le criticità evidenziate e ottenere al più presto una nuova Scia (la Segnalazione certificata di inizio attività), un documento indispensabile per la riapertura. Insomma: si vuole salvare a tutti i costi la stagione estiva.
Per l’hotel Arizona non si tratta del primo scivolone. Nell’estate del 2023 l’albergo aveva già fatto parlare di sé per carenze igienico-sanitarie, che avevano portato alla sospensione della cucina da parte dell’Ausl lasciando così 140 clienti senza pasti. Nello stesso periodo, 33 dipendenti avevano incrociato le braccia per il mancato pagamento degli stipendi da parte dei gestori di allora, costringendo poi decine di turisti a trovare alloggio altrove. Una storia turbolenta, quella dell’Arizona, che oggi si arricchisce di un nuovo capitolo. Ma forse stavolta l’epilogo potrà cambiare – si spera – in meglio.
Aldo Di Tommaso