ANDREA OLIVA
Cronaca

Lo scontro sul futuro dei Cau : "Non servono, i problemi sono altri"

La Regione ha aperto a una verifica, caso per caso, sui Centri di assistenza e urgenza. Il sindacato dei medici, lo Snami, chiede di cambiare rotta: "Vanno rinforzati i Pronto soccorso".

L’ingresso di un Cau; nel riquadro Pietro Pesaresi (Snami)

L’ingresso di un Cau; nel riquadro Pietro Pesaresi (Snami)

"I Cau vanno superati. Anche in Regione ne sono consapevoli. Erano propaganda elettorale". Il dottor Pietro Pesaresi, presidente del sindacato Snami dei medici di medicina generale, attende le prossime decisioni della Regione. Il neo assessore alla Sanità, Massimo Fabi, è stato chiaro quando ha detto: "Ci siamo dati tre mesi di tempo per valutare l’efficacia dei Cau in essere, e c’è già l’impegno con i medici di famiglia a non attivarne altri". Questo anche perché non sempre i Cau hanno dato i risultati sperati, e di questo il neo assessore ne è perfettamente consapevole. "In determinate situazioni – ha precisato –, da Parma a Piacenza e in diverse aree del bolognese hanno funzionato bene contribuendo a diminuire la pressione sui Pronto soccorso. Hanno funzionato meno bene dove il coordinamento tra Pronto soccorso e Cau è stata meno efficace". Poi il presidente de Pascale ha aggiunto: "I Cau garantiscono servizi a i cittadini, in alcune aree hanno ridotto gli accessi ai Pronto soccorso, in altre dobbiamo migliorare".

In provincia di Rimini dal 2023 a oggi sono stati attivati i Cau di Cattolica, Santarcangelo, Bellaria, Novafeltria e Rimini. Si tratta tuttavia di situazioni diverse tra loro, come ha sottolineato proprio il presidente della Regione quando ha precisato come i presidi medici di Cattolica (20.919 accessi dal 18 dicembre 2023) e quello di Santarcangelo (21.871 accessi dal 15 gennaio 2024) abbiano "rappresentato una risposta efficace per evitare le chiusure di servizi fondamentali", ovvero i Ppi, Punti di primo intervento che già in precedenza esistevano nei presidi ospedalieri di Cattolica e Santarcangelo. "De Pascale dice una cosa vera quando spiega come i Cau in alcune situazioni hanno evitato la chiusura dei Ppi – riprende il dottor Pesaresi per lo Snami –. Ma questo non cambia le cose. La nostra posizione è sempre rimasta la medesima. Noi siamo per un potenziamento dei Pronto soccorso, e in questo senso mi auguro che vengano ripristinati punti importanti come Cattolica e Santarcangelo. I Cau non riteniamo servano, ed anche il numero di interventi eseguiti diviene poca cosa se pensiamo alla quantità di prestazioni gestiti dai medici di medicina generale ogni giorno. Un Cau ha 300 accessi al giorno? Solo nella nostra provincia 220 medici di base svolgono decine di prestazioni al giorno ognuno, anche 80. Parliamo di numeri incredibilmente più alti". Per lo Snami due sono i problemi da risolvere. "Liste di attesa e Pronto soccorso. È Evidente, lo hanno compreso in Regione, ma la soluzione non si chiama Cau. Guardiamo a quello di Rimini. È vicino all’ospedale e non lavora tanto se non nei festivi perché intercetta l’utenza che prima andava alla Guardia medica". La Regione si è presa tre mesi di tempo per valutare i Cau, uno per uno. "Non sappiamo cosa accadrà dal primo aprile – chiude Pesaresi – Quel giorno scadranno i termini dell’accordo con i medici per gestire i Cau".

Andrea Oliva