"Lolli non c’entra nulla con le accuse di terrorismo"

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Una memoria difensiva di 120 pagine. L’ha deposita l’avvocato Claudia Serafini, legale di Giulio Lolli: è attesa per lunedì prossimo la sentenza del processo in cui è imputato con l’accusa di "aver diretto e finanziato" l’associazione terroristica Majlis Shura Thuwar Bengasi, quale ’comandante delle forze rivoluzionarie della marina di Tripoli’ e mettendo "a disposizione degli scopi dell’associazione due barche, destinandole al traffico di armi". Una tesi che la difesa di Lolli, attualmente detenuto in carcere a Ferrara, punta a smontare. Nella memoria difensiva si fa cenno un "processo meramente indiziario" in cui "non sussistono nemmeno indizi di colpevolezza".

In particolare, si evidenzia, Lolli "non ha mai diretto e finanziato la struttura Majlis Shura Thuwar, non ha mai acquistato e messo a disposizione le barche". E ancora: l’imprenditore, ex presidente di Rimini Yacht, "non ha mai raccolto, introdotto nello Stato, detenuto e ceduto a terzi armi da guerra destinate al rifornimento di unità di combattenti della prima linea d’assalto". Insomma, per la difesa Lolli non c’entra nulla con le accuse di terrorismo.

A ottobre, la Corte di appello di Bologna aveva confermato per l’ex presidente di Rimini Yacht la condanna a quattro anni e sei mesi per associazione a delinquere inflitta in primo grado. Ma questa è un’altra storia.