Loris Stecca, prigioniero in casa: "Stava meglio in carcere"

Parla la moglie dell’ex pugile agli arresti domiciliari

Loris Stecca

Loris Stecca

Rimini, 2 febbraio 2015 - Un leone in gabbia. Questa è l’immagine che di Loris Stecca dà la moglie, Fiammetta Feliciotti, dopo due settimane di arresti domiciliari.

«Non ha mai detto che stava meglio in carcere – sorride la moglie – ma tra le mura domestiche, anche se abbiamo un grande appartamento, gli spazi sono comunque più stretti».

In che senso?

«Ai ‘Casetti’ Loris poteva fare palestra, attività ricreative, corsi, e ne ha fatti diversi, dall’inglese al giornalismo alla cucina, giocare a carte. Poi c’era l’uscita negli spazi comunie la collaborazione con don Nevio per il catechismo».

Non può vedere amici e parenti?

«Non gli è permesso telefonare. Nè di vedere persone all’infuori di me e i nostri figli. E poi il suo legale, l’avvocato Luca Ventaloro. Non ha potuto vedere neanche i suoi genitori».

In cambio, diciamo così, colleziona sempre più amicizie su Facebook...

«Sì, nostra figlia Rachele gli cura il profilo. Uno l’ha praticamente esaurito, arrivando a 5.000 contatti. Adesso ne ha dovuto aprire un secondo».

Anche persone note gli scrivono?

«Tanti, dall’ex capitano del Rimini Ricchiuti a Caverzan, a tanti altri calciatori e sportivi di molte discipline».

Come trascorre le sue giornate suo marito?

«Al mattino non ci vediamo quasi, nè con me nè con i figli che vanno a scuola, mentre io esco a fare la spesa o giri vari».

E lui?

«Loris intanto si sveglia di notte, alle tre e mezza - quattro, forse per l’abitudine del carcere. Si alza, magari carica la lavastoviglie, poi torna a letto».

E al pomeriggio?

«Cominciamo col prendre un caffè insieme, mentre i ragazzi studiano. Spesso facciamo qualche partita a carte. E la sera di solito guardiamo la tv».

Arrivano anche controlli?

«Ogni tanto i carabinieri. Loris gli fa vedere con orgoglio le cinture di campione».

Tutto tranquillo?

«Sì, anche se fa troppa pressione ai figli per i compiti. Una volta Rachele gli ha detto ‘se non la smetti è meglio che torni in carcere’. Io l’ho sgridata. A volte lo vedo andare avanti e indietro in corridoio».

Perché?

«Gliel’ho chiesto, mi ha detto che prega, prega molto».