È inversamente proporzionale il livello d’attenzione che nell’ospedale di Rimini si alza mentre, all’esterno, le temperature diminuiscono. L’inverno sta arrivando e lo sanno bene nel reparto di Malattie infettive dell’Infermi dove la consapevolezza è che anche per questa stagione i fronti da combattere saranno ben tre. "Influenza, Covid e virus sinciziale". Elenca la trinità dei malanni stagionali - anche se va precisato come il Coronavirus non abbia una stagionalità ben definita -, il direttore dell’Uo di Malattie infettive Carlo Biagetti. "Al momento, il nostro ospedale non si trova in una fase di criticità, ma ci teniamo pronti". Pronti a un’impennata di casi che a voler contemplare il futuro si prevede possa cominciare a farsi più aspro a partire "da dicembre".
L’ultimo mese dell’anno sarà quello in cui "con ogni probabilità ci troveremo a fare i conti con l’influenza - continua Biagetti -, mentre per il Covid siamo appena usciti da un’ondata che nei giorni scorsi ci ha tenuti piuttosto impegnati". E sono due le armi con cui fronteggiare una marea annunciata: "Vaccinazioni e screening". La soglia di attenzione infatti è già al massimo, con un triplice tampone che viene eseguito su chi arriva al Pronto soccorso per scrutare tra i sintomatici se si tratti di influenza, virus sinciziale o Covid. E poi, i vaccini. Dibattuti, a tratti dimenticati da molti utenti, ma "fondamentali". Fondamentali sì per prevenire la degenerazione della malattia che "seppure causi complicazioni più raramente e in pazienti con problematiche pregresse, resta molto pericolosa per l’incidenza che fa registrare nell’aumentare il rischio di malattie cardiovascolari", spiega Biagetti.
Nello specifico, chi rimane infettato dall’influenza "nei sei giorni successivi alla malattia presenta un rischio di infarto fino a sei volte superiore al normale. Ecco qual è il problema – scandisce ancora il direttore dell’unità operativa di Malattie infettive –, in questa fase e, soprattutto, quando l’influenza stagionale prenderà più piede tra la popolazione, sono proprio i ricoveri connessi alle complicazioni che insorgono nei pazienti più fragili a ingolfare gli ospedali. Questo rischio, però, si riduce notevolmente se il paziente è vaccinato".
C’è poi l’allerta per l’influenza australiana. "Una variante più virulenta che si inquadra nel processo di cambiamento climatico anche che porta i virus influenzali a mutare di anno in anno. Al momento nel riminese non abbiamo riscontrato casi di questo tipo, ma restiamo con le antenne alzate - conclude Biagetti -, grazie sempre a un attento monitoraggio fatto sai con i medici sentinella che attraverso appunto il triplice tampone per individuare precocemente i rischi".