Rimini, 26 marzo 2025 – Una storia d’amore, morte... e magia nera. Non è la prima volta che, nell’inchiesta sul delitto di Pierina Paganelli, compaiono riferimenti a presunte pratiche esoteriche. Elementi che non hanno una ripercussione diretta sull’indagine vera e propria, ma che contribuiscono senza dubbio a rendere ancora più oscura una vicenda già di per sé ingarbugliata e degna di un romanzo: che da quasi 18 mesi sta tenendo con il fiato sospeso l’Italia intera. L’ultima indiscrezione è proprio di queste ore.
Stando a quanto emerso, Louis Dassilva – unico indagato per l’omicidio – avrebbe chiesto ad alcuni connazionali in Senegal di fare dei riti voodoo, dando i nomi di sei poliziotti della squadra mobile di Rimini e del sostituto procuratore Daniele Paci, titolare del fascicolo sul delitto Paganelli.

Vi sarebbe un messaggio in mano agli inquirenti e inserito nel fascicolo di indagine sull’omicidio di Pierina Paganelli che risalirebbe a non molto tempo dopo il delitto, quindi al 2023. Il messaggio inviato in Senegal avrebbe contenuto i nomi degli inquirenti e nei loro confronti sarebbe appunto stato chiesto un rito di tradizione voodoo, alcuni dei quali prevedono il sacrificio di animali.
Lo stesso Dassilva, interrogato in carcere dal gip Vinicio Cantarini il 17 marzo, detenuto dal 16 luglio 2024, aveva ammesso di credere nel voodoo. Al gip, che sta valutando la richiesta di scarcerazione presentata dai legali Riario Fabbri e Andrea Guidi, e in questi giorni ha interrogato la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, aveva parlato di alcune bottiglie di vino comprate e regalate alla donna e alcune polverine spedite dal Senegal ‘per purificazione’, che si mettono nelle bottiglie per alcuni riti voodoo. “Ci credo, ma la bottiglia che avevo lasciato davanti al garage era vuota. I riti voodoo esistono per diversi scopi per purificarsi dal maleficio, per mandare un maleficio o affinché ti vada bene qualcosa. Valgono indipendentemente che uno ci creda o no”, avrebbe spiegato Dassilva al giudice per le indagini preliminari. Il voodoo commissionato in Senegal dal 35enne era specificatamente indirizzato ad agenti della squadra mobile e al pm.
Rivelazioni che parlano di pratiche esoteriche e che fanno da contraltare alla storia d’amore tra Manuela e Louis, al centro dell’interrogatorio cominciato martedì scorso davanti al gip Vinicio Cantarini. Davanti al quale la nuora di Pierina Paganelli ha ripercorso, nei minimi dettagli, l’inizio di quella relazione con il vicino di casa senegalese, andata avanti per mesi tra incontri clandestini, scambi di messaggi e piccoli regali, documentata anche da foto e da graffiti impressi sull’asfalto. Un amore così profondo che, secondo gli inquirenti, avrebbe spinto lo stesso Louis ad agire la sera del 3 ottobre del 2023, con l’intento di liberare Manuela dalla persona che per anni e anni l’avrebbe sottoposta a continue angherie.