Lucciole romene chieste in moglie per regolarizzare clandestini

Matrimoni sempre più frequenti tra albanesi e prostitute comunitarie

Le lucciole romene sono le più gettonateIn aumento i matrimoni-truffa

Le lucciole romene sono le più gettonateIn aumento i matrimoni-truffa

Rimini, 7 marzo 2017 - Le prostitute romene vanno a nozze. Nel senso letterale del termine, dal momento che vengono chieste in sposa dagli albanesi irregolari che in questo modo riecono a metter ‘piede’ in Italia, essendo sposati con una donna comunitaria. E negli ultimi tempi, sembra che nel Riminese di matrimoni del genere se ne siano consumati parecchi.

I matrimoni di convenienza sono vecchi come il mondo. Ma se negli anni passati era la stangona russa che accalappiava il pensionato italiano per regolarizzarsi o l’italiana disperata che sposava il marocchino dietro lauto compenso, adesso l’ultima frontiera sono le lucciole. Quelle romene, naturalmente, ragazze comunitarie che, dicono, sono diventate ricercatissime. A dar loro la ‘caccia’ sarebbero soprattutto gli albanesi che vogliono regolarizzarsi, ma non hanno strumenti per farlo se non il matrimonio. Trovare moglie adesso sembra non sia così facile, e le lucciole dell’Est sono diventate delle prede ambitissime. Negli ultimi mesi sarebbero state diverse le ragazze dei marciapiedi riminesi che sono state chieste in sposa ‘per convenienza». E pur di convolare a nozze e riuscire a rimanere in Italia, gli albanesi sono disposti a pagare fino a 4mila euro.

Con l’aria che tira sul marciapiede dove la concorrenza è parecchio agguerrita, sono diverse le prostitute di nazionalità romena che hanno deciso di accettare la proposta degli albanesi e di convolare a nozze pur di mettersi in tasca il malloppo. Le pubblicazioni, spiegano, vengono fatte in Albania, dal momento che essendo clandestino nel nostro Paese il promesso sposo qui non può farle. La cerimonia si consuma quindi a ‘casa’ dello sposo, poi la sposa va in Romania per registrare a sua volta il matrimonio. A quel punto, ormai maritato, l’albanese può rientrare a Rimini senza paura di essere buttato fuori seduta stante nel caso venga fermato. Le forze dell’ordine naturalmente non sono così ingenue e non è certo la prima volta che l’Ufficio immigrazione della questura, mette sotto la lente di ingrandimento matrimoni che puzzano di falso lontano un chilomentro. E’ ovvio che anche nei casi in questione verranno fatti i debiti accertamenti. Pratiche comunque che vanno parecchio per le lunghe, dal momento che tocca agli inquirenti provare che i due coniugi hanno messo a segno una truffa. Nel frattempo però, essendo sposato con una cittadina comunitaria, l’albanese non può essere espulso dal nostro Paese.