L’ultima fermata dello spaccio La rabbia cova dentro il parco

La denuncia di Astolfi: "Arrivano con il Metromare per vendere eroina e cocaina. Pronti alle ronde"

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L’ultima goccia è stata la rissa tra spacciatori, magrebini e albanesi, che si contendono la piazza, giorni fa. Siamo stanchi di vedere il Parco Pertini trasformato in luogo di spaccio quotidiano, con i pusher che smerciano le bustine con le dosi di droga anche davanti a famiglie con bambini, mamme con il figlio sul passeggino, anziani. Siamo davvero stanchi, e s e il problema non si risolve li affronteremo noi, faccia a faccia". L’accorata denuncia viene da Bertino Astolfi, ex pugile, ex bersagliere, ex agente della polizia municipale e consigliere comunale di lungo corso, prima nel Partito democratico, dove era tra i ’falchi’ in tema di ordine pubblico, poi con una lista civica.

Cosa sta succedendo al Parco Pertini del Ghetto Turco, isola verde tra Marebello, Bellariva e Rivazzurra?

"Brutte cose", continua Astolfi, presidente della onlus ’Rimini per tutti’, che ha in concessione l’area per nove anni (sono ancora due quelli residui), onlus che è stata protagonista di numerose iniziative benefiche, didattiche, umanitarie, di promozione turistica.

Ovvero?

"Data la ’comodità’ di avere a disposizione una fermata del Metromare proprio all’interno del parco, da Riccione a Rimini a Bellaria è diventato un viavai di pusher, che spacciano tutti i giorni, dal primo pomeriggio alle dieci di sera".

E i compratori da dove vengono?

"Quelli in genere arrivano in macchina, parcheggiando tra l’altro spesso e volentieri davanti ai garage dei residenti, bloccandoli e causando ulteriori problematiche, anche di tipo viario".

Nazionalità dei pusher?

"A quanto vedo sono soprattutto albanesi e magrebini. In lotta tra loro, una vera guerra per bande, che si svolge anche in pieno giorno, davanti ai cittadini esterrefatti".

Lei è un ex agente della polizia locale, si è fatto un’idea di che tipo di sostanze vengono smerciate?

"Cocaina e eroina soprattutto, meno l’hashish".

Tecnica di vendita?

"Il pusher nasconde le bustine in un cespuglio, e il compratore la recupera, dopo aver pagato". Avete immortalato queste scene?

"Sia foto che video, e le abbiamo girate a chi di dovere".

Ci sono controlli nel parco da parte delle forze dell’ordine?

"Sì, soprattutto degli agenti della municipale, e non solo, ma lo spaccio non si ferma".

Cosa chiedete come associazione?

"Intanto controlli costanti, quotidiani, magari alternati tra municipale, carabinieri, polizia, Guardia di finanza".

Altro?

"Chiediamo anche che vengano installate delle telecamere per la videosorveglianza, come è stato fatto in altre zone della città. Le abbiamo chieste da tempo".

La situazione è molto calda?

"I cittadini e i frequentatori del parco sono sempre più esasperati. La situazione peggiora. Se non cambia qualcosa, inizieremo a fare le ronde".

Addirittura?

"Sì, e non solo. Visto tra le attività che si svolgono nella tensostruttura che viene gestita dalla nostra associazione, ci sono anche corsi di arti marziali, kung fu e autodifesa, l’idea - condivisa con alcuni frequentatori dei corsi - è di andare di sera a ’confrontarci’ con gli spacciatori". Una provocazione quella di Bertino Astolfi? Chi lo conosce, sa che su questi temi in genere non scherza.

Mario Gradara