"Ma se chiamo scimmie perfino i miei nipoti..."

Marco Fiori si difende: "Non volevo insultare nessuno ma chiedo scusa. La sinistra ha strumentalizzato le mie frasi per farne un caso politico"

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di Manuel Spadazzi

"La solita sinistra. Che anziché occuparsi di cose serie...". Ieri il telefono di Marco Fiori, il capogruppo e segretario della Lega a Santarcangelo finito nella bufera per le frasi offensive sui tifosi marocchini, non ha mai smesso di squillare. Chi l’ha chiamato per chiedergli spiegazioni e chi, invece, per "dimostrarmi solidarietà e vicinanza dopo la gogna mediatica a cui sono stato sottoposto".

Fiori, si è pentito di quello che ha scritto?

"Recito il mea culpa perché con quelle frasi non intendevo insultare nessuno. Mi dispiace moltissimo per l’inutile clamore suscitato dai miei commenti che, sbagliando, non ritenevo potessero essere considerati così offensivi".

Per due volte sui social ha definito "scimmie urlatrici" i tifosi marocchini. Difficile equivocare...

"Non volevano essere commenti razzisti, i miei. E ritengo che scimmia urlatrice non sia, di per sé, un’offesa. Viene usata comunemente per definire così persone urlanti, che fanno confusione. A volte chiamo anche i miei nipoti scimmie, quando fanno troppo baccano. Se chiamassero me in questo modo non mi farei problemi. Chiarito questo mi scuso se ho urtato la sensibilità di qualcuno".

Insomma, si è pentito o lo rifarebbe?

"Mi scuso sinceramente con chi è sentito offeso. Però c’è chi ha strumentalizzato e si è attaccato alle mie frasi, magari stupide ma del tutto innocue, per montare un caso politico che invece non esiste. Cari compagni, sono altri i problemi da risolvere".

I partiti di maggioranza a Santarcangelo hanno chiesto perfino le sue dimissioni...

"Non intendo commentare. Nel frattempo sul web, grazie a questo polverone, mi sono arrivate tante offese e anche minacce".

Ma perché ha usato quelle frasi contro i tifosi marocchini?

"Sono rimasto colpito da certe manifestazioni, anche di carattere violento, capitate in città italiane e estere. Le scene di vandalizzazione in piazza Gae Aulenti, dopo la vittoria del Marocco sulla Spagna, hanno motivato il mio sconcerto e le mie critica su quanto è avvenuto. Ribadisco le mie scuse, ma non ce l’ho con i marocchini. Avrei detto la stessa cosa se a fare casino fossero stati francesi, croati o tifosi di qualunque altra nazionalità".

Anche se si fosse trattato di tifosi italiani?

"Sì. Non sopporto chi devasta e crea scompiglio in strada per festeggiare. Anche le scene viste a Riccione nel 2021, quando alcuni giovani hanno assaltato i bus dopo che l’Italia ha vinto gli Europei, sono da condannare. Il razzismo qui non c’entra".

Sicuro?

"Assolutamente. Ho diretto per anni l’hotel Le Conchiglie a Riccione, avevo tanti collaboratori stranieri, sono rimasto in ottimi rapporti. Chiedete a loro".