Magrini: "Dall’imposta di soggiorno meno tasse per tutti i cittadini"

L’assessore al bilancio: "Un piccolo contributo che il turista lascia alla città per sostenere i servizi. Finanziati i musei, il teatro, il parco del mare. Soldi anche al settore fieristico e congressuale"

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"Grazie all’imposta di soggiorno, introdotta da Rimini 10 anni fa, riusciamo a non pesare sul carico fiscale dei cittadini riminesi nel fornire servizi". Lo afferma l’assessore al bilancio Juri Magrini.

Che cosa vuol dire?

"Rimini è la prima città in Italia per numero di turisti in relazione alla popolazione residente, con un rapporto 1-49,55. È un dato che ci pone davanti a Venezia (46,52) e molto staccate ci sono Verbania (29,98) Firenze (27,96), le uniche sopra il rapporto 1 a 20".

Cosa significa questa stima? "Che ogni cittadino riminese paga attraverso la fiscalità generale e quindi imposte come Imu o addizionale Irpef servizi pubblici e infrastrutture di cui usufruiscono 50 persone, dalla manutenzione delle strade alla gestione del verde pubblico, ad esempio. Ecco perché dico che l’imposta di soggiorno rappresenta una sorta di un piccolo contributo, che in media si traduce nel costo di poco più di un caffè al giorno, che il turista lascia alla città per sostenere i servizi di tutti".

Ma è un obbligo,non una donazione...

"Certo. Ma si potrebbe dire che l’imposta di soggiorno è il contributo, la micro sponsorizzazione che l’ospite fa alla città o al luogo che lo fa star bene e con questo contribuisce addirittura a migliorare questo luogo".

Come viene usato l’incasso, 11 milioni nel 2019, ultimo anno pre Covid, circa 9 quest’anno?

"Finanziamo interventi, progetti e iniziative destinate ad innalzare la qualità della nostra proposta turistica".

Nel dettaglio?

"Anche con l’imposta sono stati finanziati i musei, il teatro, il parco del mare, la riqualificazione, i contributi al settore fieristico e congressuale, i tanti eventi. E una volta più bella la città diventa ancora più attrattiva e riempie ancora di più gli stessi alberghi. Un circolo virtuoso che non pesa per un euro né sui residenti, tantomeno sugli albergatori".

Di recente sono state introdotte modifiche al regolamento, per contrastare l’evasione. Qual è la situazione?

"La stragrande maggioranza dei titolari e dei gestori delle attività ricettive è corretta e puntuale. Bisogna però spiegare bene cosa significa ‘evasione della tassa di soggiorno’: vuol semplicemente dire che il turista paga, e cioè versa il suo contributo ma poi questo non viene riversato a favore della comunità tutta e della città. Negli ultimi mesi abbiamo aggiornato il metodo di monitoraggio, riuscendo ad accertare circa 500mila euro di imposta indebitamente trattenuta incassando ‘in tempo reale’ oltre 200 mila euro, che potranno quindi essere reinvestite nei servizi e nella riqualificazione della città".

Mario Gradara