Manuele Medri morto cadendo dal quarto piano, chi era l'artigiano di Bellaria

Il 47enne stava riparando una ringhiera in via Somalia quando è caduto nel vuoto: inutili i soccorsi

Manuele Medri ha perso la vita mentre tentava di riparare la ringhiera di un balcone

Manuele Medri ha perso la vita mentre tentava di riparare la ringhiera di un balcone

Rimini, 10 settembre 2020 - Una caduta da 12 metri d’altezza mentre stava lavorando al quarto piano di un condominio e poi uno schianto, al suolo. Senza un grido, senza un lamento. Si sono spenti così i sogni, le speranze, la vita stessa di Manuele Medri, geometra di Bellaria, ma titolare dell’azienda ’Ferro srl’ di Poggio Torriana: tra un mese esatto, il prossimo dieci ottobre, Medri avrebbe compiuto 48 anni. Ma un destino terribile lo attendeva ieri mattina, alle 11, in via Somalia al civico 12. E dire che quella palazzina Medri la conosceva bene: ci aveva già lavorato. Era stato lui, almeno stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti, intervenuti ieri mattina, a montare le ringhiere nei vari balconi. E proprio una di queste, quella del balcone di un appartamento, situato al quarto piano, di proprietà di una coppia di Parma, stava dando dei problemi.  

Proprio l’amministratore di condominio e suo amico l’aveva chiamato affinché facesse un sopralluogo e poi la manutenzione.. E martedì si era già presentato in via Somalia per una prima visita. Ieri mattina poi era tornato per riparare proprio quella ringhiera e mettere in sicurezza il balcone che, seppur ad angolo, dà sull’ingresso del condominio. Aveva parcheggiato il suo furgone sulla strada e si era fatto aprire il portone dai padroni di casa. Il tempo di entrare e si era diretto subito verso il balcone per lavorare.

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"Stavo leggendo il giornale –racconta con le lacrime agli occhi Ivo Sapucci, testimone e residente di fronte al luogo della tragedia – mio figlio stava andando via. Avevo appena visto arrivare quel furgone e mi ero chiesto perché non avesse parcheggiato all’interno, nel cortile. All’improvviso, dopo aver sentito un rumore, ho alzato gli occhi e ho visto cadere la ringhiera. Attaccata a quel pezzo di ferro bianco c’era anche un uomo. Ho urlato a mio figlio: ’Sta cadendo un uomo da quel terrazzo’. Poi". A Sapucci viene da piangere: il corpo di Manuele Medri è ancora lì, sotto un telo bianco.  

"Sono corso immediatamente – continua l’uomo– una scena che non potrò mai dimenticare, era ancora vivo. Abbiamo subito chiamato i soccorso, ho cercato di aiutarlo, ma era troppo gravi. Ha l’età di mia figlia quel ragazzo, non si può morire così", conclude Ivo Sapucci. Gli uomini del 118 hanno tentato in tutti i modi di rianimarlo, ma quando è arrivato l’elicottero per trasportarlo al "Bufalini" di Cesena, il cuore di Medri aveva già cessato di battere. Troppo profonde le lesioni che aveva riportato nella tragica caduta. Sul posto sono arrivati anche gli agenti delle Volanti e la Polizia Scientifica per i rilievi di legge oltre agli uomini della Medicina del lavoro. Non indossava nessun casco l’artigiano e non era neanche issato ad alcuna corda di sicurezza. Molto probabilmente smontando la ringhiera, ha perso il controllo ed è stato trascinato giù dal suo peso. Medri lascia la compagna, due figli in tenera età e un fratello.