Paolo Simoncelli: "Marco è sempre la nostra quercia"

Il papà: "Ogni cosa ce lo ricorda, è come se fosse qui con noi in ogni momento. Ma quanto mi mancano i suoi abbracci"

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di Manuel Spadazzi

I grandi campioni non muoiono mai. Marco Simoncelli non fa eccezione. Sabato prossimo saranno dieci anni dalla tragedia di Sepang, "ma Marco è sempre con noi. E continua a fare del bene agli altri...". Eppure, più si avvicina il giorno dell’anniversario della sua morte, più papà Paolo e mamma Rossella vorrebbero cancellare quella data dal calendario. "Ma in realtà – dice Paolo – non c’è un giorno peggiore o migliore. Tutti i giorni siamo qui a fare i conti con il dolore per la perdita di Marco. E ogni cosa ce lo ricorda".

Dieci anni senza il ’Sic’. A chi ha avuto la fortuna di conoscerlo bene, l’uomo manca tanto quanto il campione. Forse di più. Sarà per questo che la Fondazione che porta il suo nome continua a ricevere tante donazioni, "ed è una delle cose più incredibili – racconta papà Paolo – considerando che non le facciamo tanta pubblicità". I tanti progetti benefici finanziati dalla Fondazione Simoncelli "sono uno di quei segni che mi fanno dire: Marco è davvero qui, insieme a noi. Nonostante tutto".

La ’Casa del Sic’, il centro per disabili inaugurato due anni fa a Coriano, è uno dei ‘miracoli’ compiuti dalla fondazione. La prossima opera?

"A Ferrara, dove abbiamo aiutato I Frutti dell’albero, un’associazione di genitori di bambini e ragazzi autistici, a realizzare il centro diurno che accoglie chi soffre di questo disturbo. Li avevamo già aiutati nel 2012, dando loro un contributo (di 10mila euro, ndr) per comprare il terreno. Negli anni seguenti ci siamo dedicati ad altri interventi, uno su tutti la ’Casa del Sic’ a Coriano. Ripresi i contatti con le famiglie di Ferrara, abbiamo dato ai genitori una mano per completare finalmente la struttura".

Disabili, autistici: già in occasione dei funerali di Marco nel 2011 avevate deciso di destinare tutte le offerte alle associazioni che si occupano di chi soffre.

"Alcune di queste realtà le conosciamo da tanti anni, Marco era molto legato. Dopo la sua morte è stato naturale continuare a impegnarsi... E forse è anche il modo migliore per ricordarlo".

Sabato prossimo saranno dieci anni senza il ’Sic’. Un giorno speciale, ma anche durissimo per voi...

"Come ho detto, non c’è un giorno migliore o peggiore. Perché non passa giorno senza pensare a Marco. Manca tremendamente, come può mancare un figlio ai propri genitori".

Quel giorno tante iniziative celebreranno Marco tra Misano e Coriano. Lei e Rossella come passerete la giornata? E sarete presenti alle celebrazioni?

"Sì, ci saremo, anche se è risaputo che non amo molto questo tipo di eventi... Ma ci sarà un momento che mi renderà particolarmente felice: la piantumazione della quercia fuori dall’autodromo. Verrà collocata proprio in corrispondenza della curva della Quercia".

Perché la rende felice?

"Perché Marco è la mia quercia. Quando lo abbracciavo mi sembrava di abbracciare una quercia, mi regalava le stesse sensazioni. Questa cosa poi, dopo la sua morte, me l’hanno detta in tanti che avevano provato quella stessa sensazione: abbracciare Marco era come abbracciare una quercia. Così alcuni anni fa ho deciso di piantare una quercia nel giardino di casa. E ora, quella quercia davanti all’autodromo... Sì, è il modo azzeccato per ricordarlo".

E anche per abbracciare i suoi tanti fan?

"Marco abbracciava tutti, gli veniva naturale. Il suo era proprio un dono, e l’ha regalato anche a me. Prima della sua morte, non abbracciavo quasi mai la gente. Adesso lo faccio, mi viene spontaneo. Non vedo l’ora che la pandemia finisca, per tornare ad abbracciare le persone come prima. Come farebbe Marco. Intendiamoci: non è stato l’unico effetto negativo del Covid".

La pandemia ha stravolto anche il mondo dello sport, Motomondiale compreso.

"Lo so bene. Se penso a tutti i soldi che la nostra squadra corse Sic58 (fondata e diretta da Paolo, ndr) ha speso solo per fare i tamponi... E poi la gare saltate, i cambi di calendario, i tanti costi in più per adeguarsi ai protocolli di sicurezza. Sono state due stagioni difficilissime, non solo per noi ma per tutti gli altri team. Ma farò di tutto perché l’avventura della squadra corse Sic58 non si fermi qui. Vogliamo andare avanti. E lo vogliamo fare nel nome di Marco".