Coronavirus Rimini. "Mascherine antivirus prodotte a Wuhan"

Il presidente dell’Ordine dei farmacisti, Mignani: "Nonostante questo ne ho vendute a centinaia. I fornitori hanno poca disponibilità"

Le mascherine fabbricate a Wuhan

Le mascherine fabbricate a Wuhan

Rimini, 1 febbraio 2020 - Farmacie prese d’assalto per acquistare mascherine. E’ la psicosi da coronavirus, ribatte il presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Rimini, Giulio Mignani. "Negli ultimi 3-4 giorni o venduto 136 mascherine, finendo le scorte. Per dare un’idea di quante siano, di norma nell’arco di un anno ne vendo una decina e questo capita quando in primavera le attività e aziende devono rinnovare la cassetta delle emergenze".

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Quanto sta accadendo nella farmacia del presidente dell’Ordine non è un fenomeno isolato. "Sentendo con i colleghi, il fenomeno è generalizzato. Un po’ tutti si ritrovano con una crescente richiesta di mascherine per i timori che si stanno scatenando con il coronavirus". Per portarsi a casa una mascherina bastano poche decine di centesimi, ma diverse farmacie hanno esaurito le scorte e ne attendono di nuove dai fornitori. "Da quanto ci dicono, anche i fornitori sono in difficoltà tant’è che ne arrivano meno di quante se ne chiedono. Ieri mi è arrivato il nuovo pacco e sopra c’era scritta la provenienza. Arrivano dalla Cina, per la precisione dallo Wuhan". Può sembrare una beffa, ma le mascherine che si vendono a Rimini a chi teme il coronavirus nato in Cina, arrivano dalla regione cinese che si è rivelata essere il principale focolaio dello stesso virus.

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Se la psicosi cresce, Mignani è moto critico sulle paure manifestate dalle persone e sul ricorso alle mascherine come strumento di difesa. "Non si tratta di avere paura del virus, questa è paura dell’ignoto. È questo che terrorizza, perché se ci basassimo sui dati dovremmo avere paura tutti i giorni e tutti gli anni". E le mascherine "possono semmai servire a limitare il contagio da influenza stagionale, visto che siamo nel periodo di picco". L’influenza è il termine di paragone usato dal presidente per contestare la psicosi da coronavirus. "Ad oggi si sono ammalati di influenza poco meno di 3,5 milioni di italiani che si tradurranno anche in decessi, i cui numeri saranno considerevoli", ciò è dovuto anche alle complicanze con patologie in essere negli individui a rischio. "Il vaccino c’è, ma non tutti lo fanno, nonostante possa prevenire una strage silenziosa che avviene ogni anno. Tre milioni di persone a letto e siamo qui a guardare due cinesi in un albergo a Roma".

A seguire un altro paragone. "C’è un virus che ancor oggi nel mondo contagia migliaia di persone e fa migliaia di morti. Si chiama morbillo, ma le persone non sembrano preoccuparsene. Se esistesse un vaccino per il nuovo coronavirus ci sarebbero le file davanti agli ospedali, mentre per quello per il morbillo è stato necessario introdurre l’obbligo per legge".