Matteo Magi morto per Covid a 51 anni, l'imprenditore aveva rifiutato il vaccino

Matteo Magi si è spento al ’Bufalini’, dov’era ricoverato in terapia intensiva. Riccione piange l’ex calciatore, padre di due figli. Domani i funerali

Matteo Magi, morto per covid a 51 anni

Matteo Magi, morto per covid a 51 anni

Riccione, 20 gennaio 2022 - Riccione piange altre due vittime del Covid. Una è Matteo Magi, 51 anni, molto conosciuto in città per il suo passato da calciatore nelle fila dell’Asar e per l’attività che svolgeva. Assieme al fratello, Fabio, era il titolare di una ditta edile, piccola ma molto attiva. Il cuore di Magi ha cessato di battere per sempre lunedì all’ospedale ‘Bufalini’ di Cesena, dov’era stato trasferito dopo essere stato ricoverato prima al ‘Ceccarini’ di Riccione e e poi a Rimini. Matteo aveva deciso di non vaccinarsi. Una scelta personale, di cui non aveva fatto mistero con chi lo conosceva bene. Ma purtroppo, quanto è rimasto contagiato dal Covid, ha preso il virus in forma violenta. Magi ha lottato per giorni e giorni contro la malattia, ma il Covid non gli ha lasciato scampo.

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Una tragedia che ha duramente colpito la famiglia. Magi lascia la moglie Monica, i figli Mirco e Federica e il fratello Fabio, che tre anni fa aveva prematuramente perso la moglie. La notizia della morte di Magi, ha sconvolto tutta la città di Riccione, che - stando ai bollettini ufficiale dell’Ausl – dal 29 dicembre ha già avuto sei vittime per Covid e 149 in tutto dall’inizio della pandemia, delle quali 60 nel 2020. I funerali di Magi saranno celebrati venerdì alle 10 dal parroco don Franco Mastrolonardo nella chiesa di Gesù Redentore a Riccione Alba, dove questa sera alle 20 amici e conoscenti si uniranno in preghiera assieme ai congiunti. La notizia del decesso di Matteo, in poche ore è rimbalzata di casa in casa, così pure sui gruppi social, dove centinaia di persone, costernate e incredule, hanno espresso messaggi di cordoglio, tracciando il profilo dell’amico, descritto come "persona speciale, sempre sorridente, buona e di cuore, come poche altre se ne trovano in giro".

Lo ricorda con rimpianto e commozione come "un bravo ragazzo" Rodolfo (Rudy) Bacchini, veterano del calcio riccionese, affondando la memoria nei tempi in cui faceva parte della squadra vincitrice del torneo Asar 1984. "Incrociando lo sguardo di Matteo ritornavo bambino, mettendo al centro attimi che sono diventati ricordi unici, perché hanno dato un senso a una passione che ci ha cresciuto – dice con commozione Francesco Cesarini, dirigente sportivo e suo ex compagno di squadra – Come quella volta che abbiamo conquistato insieme la coppa, vincendo il torneo Abissinia pur non essendo certo tra i favoriti. Ho ancora i brividi". Ecco, "se qualcuno oggi mi chiedesse cos’è per te la felicità di un bambino, risponderei quella notte in cui con Matteo ho condiviso un attimo diventato per me eterno". Quindi il suo addio all’amico che in campo portava la maglia numero 6: "il mio libero, di poche parole, sempre chiare e semplici come quello sguardo dolce che stringerò forte al cuore per sempre". Ricorda infine Magi "come gran lavoratore, uomo buono e onesto" don Franco, che ogni tanto lo chiamava per fare dei lavoretti in parrocchia.