Matteo Skenderi morto nell'incidente in A14: il dolore di Misano

Amici ed ex datori di lavoro sconvolti per la morte del 19enne di Misano. Gli operai feriti nello scontro non sono in pericolo di vita

Matteo Skenderi

Matteo Skenderi

Rimini, 28 gennaio 2021 - "E’ un dolore troppo grande, non riesco a parlare". Marco è il vicino di casa della famiglia Skenderi. Le poche parole che riesce a pronunciare si mescolano alle lacrime. I sogni di un ragazzo di appena 19 anni si sono infranti in un attimo, quando l’Opel corsa che guidava in autostrada, un vecchio modello, si è andata a schiantare contro il furgone della squadra che stava lavorando al guard rail.

Erano circa le 18 di martedì sulla corsia del’A14 in direzione sud all’altezza del casello di Rimini nord, ma per un centinaio di metri nella provincia di Forlì Cesena. L’Opel è piombata su furgone e tre operai. Le ipotesi rimangono aperte: disattenzione, guasto tecnico o malore. I tre operai sono rimasti feriti, ma non sono in pericolo di vita.

Matteo e i suoi famigliari sono conosciuti a Misano. Vivono in questo lembo di riviera da tanti anni e sono perfettamente integrati. Le prime parole che pronunciano le persone che conoscevano Matteo suonano così: "Perché proprio a lui. Era un ragazzo fantastico, non è possibile". Testimonianza dopo testimonianza emerge la figura di un ragazzo di soli 19 anni, che sapeva farsi volere bene. Educato, puntuale, rispettoso, appassionato di quel che faceva, e riconoscente.

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"Sembrava un ragazzo d’altri tempi - racconta Morena Carnevali, titolare dell’Osteria Vecia di Misano -. Matteo ha lavorato qui durante le stagioni e quando c’era la possibilità di fare qualche extra. Lo ricordo molto bene. Tutti noi siamo sconvolti. La notizia è arrivata in serata. Non sono riuscita a dormire per tutta la notte. E’ un dolore enorme".

Chi conosceva Matteo lo descrive a partire dal suo sguardo. "Era un ragazzo solare - continua Morena Carnevali -. Di lui posso fare solo un elogio. Era educato, puntuale, sempre sorridente e un gran lavoratore. Si vedeva che aveva ricevuto una buona educazione. Difficile oggi trovare ragazzi così".

Il padre lavora nel settore della ristorazione in un locale noto a Misano. Matteo aveva frequentato l’Istituto Belluzzi Da Vinci a Rimini. Aveva fatto stage anche alla Dts Lighting di Misano, ditta specializzata nel settore. "E’ arrivato da noi - ricordano Raffaella Galli e Simone Francia, per la Dts - per la prima volta durante uno stage legato alla scuola che frequentava, poi è tornato. Lo ricordiamo bene perché era davvero un bravo ragazzo. Qui se lo ricordano tutti. Ha fatto esperienza nel reparto dell’assistenza tecnica. Gli piaceva davvero tanto questo lavoro, aveva la passione ed era molto bravo. Siamo sicuri che passata questa pandemia, con la ripresa del lavoro, sarebbe venuto qui a lavorare". Prima di fissara la data del funerale si attende il pronunciamento della procura di Forlì Cesena.